Domani verrà scritta una nuova pagina nella lunga e complessa vertenza dei Cantieri Navali di Pisa. Lo storico marchio delle barche, celebre in tutto il mondo, da più di tre anni vive uno stand-by forzato, dovuto alla messa in liquidazione dell’azienda. I lavoratori sono in cassa integrazione, e anche se hanno costituito una cooperativa con la quale sarebbero pronti a ripartire con la produzione, sul loro futuro pendono numerose incognite.
In questi tre anni, fra offerte rivelatesi non credibili, rinvii, e zone d’ombra legate alle subconcessioni relative all’area, non si è mai concretizzata una soluzione definitiva.
E in attesa dell’inconto che si terrà domani a Firenze, tra la Regione Toscana, le organizzazioni sindacali, il Comune e la Provincia di Pisa, sulla vicenda prende la parola la lista civica Una città in Comune – Rifondazione Comunista. “All’incontro di domani – scrivono Ciccio Auletta e Andrea Corti – dovrebbe essere presente il liquidatore fallimentare Federico Galantini che ha disertato l’ultimo incontro svoltosi sempre a Firenze, atteggiamento non nuovo da parte dello stesso liquidatore”.
“Negli scorsi giorni – proseguono – a mezzo stampa Galantini ha comunicato l’intenzione da parte del gruppo franco-cinese Union Strong Marine Holding, di prendere in affitto i Cantieri Navali di Pisa, un cambio di indirizzo da parte dello stesso gruppo, il quale ha fatto scadere la sottoscrizione di un preliminare di acquisto che sarebbe dovuta avvenire nel mese di dicembre”.
Sull’operato di Galantini e sull’intera vicenda i due consiglieri esprimono perplessità: “Siamo di fronte ancora una volta ad una situazione poco chiara a fronte di lavoratori che da più di tre anni sono in cassa integrazione. A ciò si aggiunge che non c’è alcuna chiarezza su quale sia il piano industriale di questo gruppo, nato ad hoc proprio per rilevare i Cantieri Navali, ma la cui solidità ed affidabilità è tutta da verificare”.
“Rileviamo – aggiungono – che la società è stata costituita con un capitale sociale di 10 mila euro e nulla si sa della possibilità finanziarie di questa esperienza. Certamente la decisione di non procedere più all’acquisto ma nel caso solo all’affitto del ramo di azienda non è un segnale positivo”.
E concludono :”È indispensabile, per il rispetto dei lavoratori che nell’incontro del 21 gennaio il liquidatore Galantini faccia finalmente chiarezza, ed è altrettanto indispensabile che anche gli enti locali pretendano chiarezza e si facciano promotori di iniziative più stringenti perché questa vertenza che dura da più di 3 anni possa vedere un esito positivo per i lavoratori dei Cantieri Navali di Pisa”.