5 locali, 12 persone indagate e 34 perquisizioni effettuate con 3 milioni di euro sequestrate fra Pisa e la Versilia.
I locali sequestrati risulterebbero intestati a prestanome e sarebbero serviti a reinvestire il denaro di provenienza illecita del clan Contini.
Questo è il risultato di un’indagine che ha portato la Guardia di Finanza di Pisa e la Polizia di Stato a eseguire un decreto di sequestro preventivo emanato dal G.I.P. Dr. Angelo Antonio Pezzuti su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Firenze.
Le 12 persone coinvolte nell’inchiesta, denominata “Friariello”, sono indagate per i reati di riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti nell’economia, e per intestazione fittizia di valori aggravati da finalità di agevolare organizzazioni mafiose.
Il sequestro ha interessato 5 fra ristoranti, bar e pizzerie riconducibili a società intestate a prestanome di emissari di organizzazioni napoletane: 12 persone indagate, 34 perquisizioni effettuate con sequestri patrimoniali per circa 3 milioni di euro.
I sequestri patrimoniali hanno interessato il Ristorante/Bar La Passeggiata a Viareggio (gestita dalla “La Passeggiata Srl); Ristorante/Pizzeria Salustri a San Giuliano Terme, gestito da “G.B.R. S.r.l.; “L’imbarcadero a Marina di Pisa gestito da “ELLECI di Parisi Espedito. & C. S.a.s.”; L’Antico vicoletto a Pisa gestito da “AL.MA. di Parisi Carmela & C. S.a.s.”, in via del Tinti; e il Ristopizza L’Arciere gestito dall’omonima società “Ristopizza L’Arciere” di Parisi Giuseppina, che si trova in via Facchini.
“È questo l’epilogo – scrive in una nota la Guardia di Finanza di Pisa – di lunghe e complesse indagini patrimoniali, reddituali ed economiche, completate con attività tecniche e proiezioni investigative in Campania e nel Lazio, incentrate su un gruppo di soggetti che negli ultimi otto anni hanno effettuato grossi investimenti finanziari acquistando società ed esercizi commerciali bene avviati in rinomate zone turistiche di Pisa e della Versilia, utilizzando capitali di provenienza illecita e tentando di aggirare le norme antimafia attraverso l’intestazione formale delle quote societarie a otto prestanomi e familiari compiacenti”.
Le indagini hanno consentito di ricostruire i passaggi di proprietà di tutti e cinque i locali, rilevando una notevolissima sproporzione tra i capitali impiegati, per milioni di euro, e i redditi derivanti da attività economiche lecite dei soci delle società acquirenti.
“La chiave di lettura – conclude la Guardia di Finanza – di queste sproporzioni è stata ritrovata nei collegamenti tra i prestanomi e i titolari effettivi, uno dei quali già condannato nel 1986 dalla Corte d’Appello di Napoli per riciclaggio a favore del Clan camorristico Edoardo Contini di Napoli. Gli sviluppi investigativi hanno consentito di risalire alle rivelazioni di cinque collaboratori di giustizia, che hanno consolidato il quadro accusatorio.”
Le indagini sono tuttora in corso sul materiale acquisito con le nr. 34 perquisizioni domiciliari e personali effettuate stamane dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Pisa, dallo SCICO di Roma e dalla Squadra Mobile di Pisa presso i domicili dei soggetti e le sedi delle società coinvolte nonché presso una banca.
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Pisa Marco Filippeschi: “È un fatto che richiama ad una realtà inquietante”, ha detto. “L’azione esemplare della magistratura e delle forze dell’ordine ha dato un duro colpo ad un’estesa rete criminale. È il segno che l’investimento di soldi sporchi si può individuare, stroncando il radicarsi del fenomeno, e, con i necessari incroci d’informazioni, anche prevenire. Vanno in questo senso le intese realizzate fra i comuni, la Prefettura e la Camera di Commercio per fare controlli incrociati”.
“Sono state sequestrate attività riconducibili ad un’unica famiglia”, ha detto ancora Filippeschi. “Pisa, città per tanti motivi attrattiva per attività che sono appetibili per la criminalità organizzata, merita un’attenzione forte e specifica e una lotta senza quartiere contro ogni rischio d’infiltrazione. Ho telefonato al Prefetto Tagliente per informarmi dell’esito dell’azione e per chiedergli di ringraziare le forze dell’ordine locali impegnate con successo”.
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Maxi operazione in tutta Italia che ha portato all’arresto 90 persone, accusate di far parte del clan di camorra dei Contini, e al sequestro di beni per 250 milioni di euro. Le operazioni sono cominciate all’alba di oggi in Campania, Lazio e Toscana. Le indagini riguardano anche Pisa e Lucca.
L’operazione è coordinata dalla Direzione nazionale antimafia e dalle Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Roma e Firenze.
Collaborano anche la Squadra mobile e il Gico di Napoli, il Comando provinciale dei carabinieri e del centro Dia di Roma e dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Pisa.
I provvedimenti riguardano beni immobili e aziende controllati dal clan ‘Contini’; solo a Roma sono stati sequestrati oltre 20 locali, tra ristoranti e pizzerie.
“L’operazione antimafia portata a termine oggi – ha dichiarato il prefetto di Pisa Francesco Tagliente – rappresenta un importante e ulteriore successo della lotta dello Stato contro la mafia e dimostra come la determinazione, delle Forze dell’ordine e delle Procure, garantisca risultati sempre più incisivi nello sradicamento della criminalità organizzata, anche a Pisa”.
“Consente inoltre – ha aggiunto il prefetto – di confermare, ai cittadini ed agli operatori economici, l’attenzione e l’impegno delle Forze di Polizia e della Magistratura nella lotta alle infiltrazioni criminali mafiose sui nostri territori. Ringrazio il questore Gianfranco Bernabei, il comandante provinciale della Guardia di Finanza Marcello Montella e tutti gli operatori che hanno proceduto nella nostra Provincia con perquisizioni, denunce e sequestri di esercizi commerciali”.
Seguono aggiornamenti
Pisa, Italia.
Bel servizio, ma soprattutto bravi per aver fatto nomi e cognomi di chi è coinvolto.
L’edizione straordinaria via e-mail, fantastica!
Notizie precise su un quotidiano di Pisa… Non mi sembra vero. Finalmente!