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Dopo la maxi operazione anti camorra, che ha coinvolto 5 locali Toscani, gli inquirenti cercano gestori a cui affidare i ristoranti sequestrati. Il custode nominato dal giudice ha spiegato il pm della Dda di Firenze Giulio Monferini “ha l’onere di far continuare a vivere queste attività, che non devono cessare col sequestro”.
Quattro i locali della provincia di Pisa, L’Antico vicoletto, L’Arciere, L’imbarcadero a Marina di Pisa e il Ristorante–Pizzeria Salustri a San Giuliano Terme. Uno invece a Viareggio, il Ristorante Bar La Passeggiata.
Locali sottoposti a sequestro nell’ambito dell’operazione “Friarello”, che a Pisa ha portato la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato a eseguire un decreto di sequestro preventivo emanato dal GIP, Dr. Angelo Antonio Pezzuti, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Firenze.
12 le persone coinvolte nell’inchiesta, denominata “Friariello”, e indagate per i reati di riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti nell’economia, e per intestazione fittizia di valori aggravati da finalità di agevolare organizzazioni mafiose.
Un risultato ottenuto nell’ambito dell’indagine portata avanti dalla dalla Procura nazionale antimafia che in tutta Italia ha coinvolto 250 milioni di beni immobili e mobili e ha portato all’arresto di 90 persone, accusate a vario titolo di far parte o di aver favorito la famiglia Contini. Clan camorristico egemone a Napoli che fa parte dell’alleanza di Secondigliano.
Un’operazione quella coordinata dalla Direzione Nazionale Antimafia diretta da Franco Roberti che, commentano dalla Fondazione Antonino Caponnetto, “dimostra la pericolosità per la nostra economia dei clan come quello dei Contini. In particolare per la Toscana è la seconda operazione nel giro di una settimana o poco più: la situazione è grave ed assolutamente da non sottovalutare. Questa volta sono state colpite soprattutto per il riciclaggio Viareggio e Pisa, con un sequestro di documentazione a Prato. L’altra operazione aveva toccato Firenze ed Arezzo ed il mondo degli appalti”.
Importante dunque sottolineano il presidente Salvatore Calleri e il consigliere Renato Scalia non abbassare “la guardia a livello politico. Che la lotta alla mafia diventi una priorità nazionale e regionale”.
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