Siluro dell’est europeo addio. Sono iniziati gli interventi di prelievo nel fiume Serchio di questa specie non autoctona, che costituisce una seria minaccia per la sopravvivenza delle specie originarie, specialmente di quelle con maggiore criticità di conservazione come l’Anguilla, la Cheppia, la Lamprede e la Tinca.
La Provincia di Pisa, attraverso il Piano Ittico Provinciale, ha infatti sottolineato la necessità di avviare operazioni urgenti per ripristinare gli equilibri ecologici degli ecosistemi fluviali e finalizzati al recupero delle componenti autoctone dell’ittiofauna, fortemente destrutturate dalla massiccia presenza di predatori alloctoni.
Fra questi appunto il Silurus glanis importato abusivamente nelle acque dell’Arno e del Serchio. Originario dell’est Europa, il pesce è un fortissimo predatore che può raggiungere e superare i 100 kg di peso e che colpisce indifferentemente tutte le altre specie ittiche e la fauna (ad esempio uccelli) che frequentano le acque,e che rischia in pochi anni – come già dimostrato per l’Arno fiorentino – di determinare la completa estinzione di tutti gli altri i pesci.
Coerentemente al Piano Ittico, la Provincia di Pisa aveva aderito nel 2012 assieme alla Provincia di Firenze al “Progetto di recupero delle popolazioni ittiche del Fiume Arno e Serchio tramite cattura e trasferimento di esemplari di Siluro europeo in aree di stoccaggio”, presentato dal Museo di Storia Naturale Università degli Studi di Firenze alla Regione Toscana.
Con l’approvazione del progetto sono iniziate le fasi operative, attraverso la sperimentazione di metodi di pesca del Siluro nelle nostre acque. I risultati delle prime catture nel Serchio dello scorso dicembre hanno confermato una presenza preoccupante: oltre 70 kg di Siluri sono stati pescati in poche ore, con esemplari compresi tra i 14 kg ed i 40 grammi, sintomo di un possibile aumento del periodo riproduttivo rispetto a quelli conosciuti per la specie, forse in virtù delle temperatura delle nostre acque.
I Siluri prelevati sono stati ritirati da un’impresa autorizzata al loro smaltimento, individuata attraverso una specifica gara. Contemporaneamente, gli uffici provinciali, sulla base di ulteriori fondi previsti nel Piano Regionale, hanno predisposto un programma di cattura intensiva, stoccaggio e smaltimento, al quale hanno dato adesione i pescatori professionali e dilettanti delle acque interne di Pisa.