Quella che vedete è la foto della Kinzica, in via San Martino, fatta da Giovanni Valdiserra, che la pubblica su Facebook e scrive:
“Egregio Sig. Sindaco,
vorrei sapere se è una cosa normale, se la Sovrintendenza ne è a conoscenza, se voi stessi della Giunta Comunale siete a conoscenza, del trattamento riservato alla statua romana (frammento di sarcofago) detta “Kinzica” che si trova in via San Martino”.
“Tale statua – scrive Valdiserra – è importante non solo come antichità, ma anche per il personaggio e simbolo che rappresenta. Il fatto è dovuto a lavori che stanno eseguendo nell’edificio adiacente. Un grosso tubo rosso non solo è stato fatto passare proprio di fianco alla statua, ma ad essa agganciato tramite un filo di ferro, come se tale statua non fosse altro che un appiglio di nessun valore che fuoriesce dal muro. Un mero gancio”.
Alla richiesta di spiegazioni ha risposto, sempre sul social network, Maurizio Gazzarri, capo di gabinetto del Sindaco, affermando di aver inoltrato la segnalazione agli uffici competenti “chiedendo un intervento immediato”.
La statua proviene da un bassorilievo di un sarcofago del III secolo d.C. In parte rielaborata nel XII in seguito alla decisione di dedicarla a Kinzica de Sismondi per aver salvato Pisa nel XI sec.
La leggenda
Si racconta che Kinzica de Sismondi una notte diede l’allarme dell’ingresso dei saraceni che stavano entrando in città. I Consoli allertarono la popolazione facendo suonare le campane della Torre del palazzo degli Anziani e scongiurando così l’attacco a sorpresa.
Fallito l’attacco a sorpresa i Saraceni si ritirarono.
Un’altra versione racconta invece che fu la stessa Kinzica a guidare la rivolta incitando i soldati a resistere e a sconfiggere gli invasori.