Entusiasmi, dubbi, critiche e polemiche si stanno moltiplicando intorno al Route nazionale Agesci, il raduno degli scout organizzato dall’associazione guide e scout cattolici italiani, che porterà a Pisa, e in particolare nel parco di san Rossore, 33 mila persone.
Da un lato entusiasmi per la risonanza che tale evento porta con sé e per l’arrivo presunto, in realtà ancora mai confermato, di papa Francesco.
Dall’altro preoccupazione per l’impatto che l’evento previsto dal 5 al 9 agosto avrà sulla fauna e “sull’ecosistema” Parco. Preoccupazioni ben riassunte dall’intervento del naturalista Alessandro Spinelli su Il Becco, che solleva preoccupazioni sull’impatto delle strutture ricettive e sul fatto che l’area individuata è zona di pastura degli uccelli del parco e non solo.
Il Parco di San Rossore, da parte sua, cerca di placare gli animi. Da un lato specificando che il numero di persone che campeggeranno all’interno della tenuta non subirà alcun aumento, neppure nel caso in cui la presenza del Papa diventasse realtà, sottolineando che nei giorni del raduno l’accesso a San Rossore sarà blindato e controllato dalle Forze dell’ordine e servizio di vigilanza dell’Ente Parco.
Ancora in via di predisposizione il progetto della Route nazionale Agesci, che si dovrà attenere alle prescrizioni avanzate dal Parco negli scorsi mesi. Un progetto per cui il direttivo del Parco, su sollecitazione del rappresentante delle associazioni ambientaliste in consiglio, ha stabilito l’assoggettamento a una valutazione di incidenza sull’impatto ambientale.
Nelle prossime settimane è attesa la Conferenza dei Servizi in cui siederanno tutti i rappresentanti di enti e istituzioni coinvolte nell’organizzazione (dalla Regione a cui il Parco fa capo, ai Sindaci dei Comuni della comunità del Parco, alla Prefettura a cui compete la sicurezza, ad Acque spa a cui spetterà l’approvvigionamento idrico).
L’Ente prova poi a rassicurare che le strutture necessarie alla permanenza degli scout non potranno in alcun modo essere fisse, che saranno realizzate nel modo più sostenibile possibile e che le spese per loro realizzazione sarà a carico dell’Agesci.
E minimizza anche le preoccupazioni sull’impatto negativo che il raduno potrebbe avere sulla fauna dell’area. “Le aree prative ed agricole occupate in quei giorni – si legge nella nota diffusa – non subiranno particolari danni ambientali, perché in quel periodo non vi saranno molte emergenze faunistiche che vi sono invece in altri periodi dell’anno”.
L’intento dunque è quello di dimostrare che eventi anche di questa portata, seppure a carattere eccezionale e non ripetitivo, possono essere fatti con un impatto assolutamente non significativo sull’ambiente. E per saperlo con certezza, dovremo quanto meno aspettare di conoscere il progetto.
Le preoccupazioni per questo tipo di evento non sono da sottovalutare.
Bisogna fare una pianificazione completa e obbligare i partecipanti a seguire delle vie ben tracciate, guidarli, e non farli uscire uscire dalle aree assegnate, altrimenti il parco conterà poi i danni
Parlo cognizione di causa perchè un tale evento è stato fatto al PNM( parco urbano di 650 ettari) in occasione della venuta di Papa Ratzinger per l’anno mondiale delle famiglie con circa 900.000 visitatori
Se qualcuno avesse bisogno posso fornire le coordinate per eventuali contatti/informazioni con il PNM