La sigla uscita dall’ex Colorificio riavvia un percorso interrotto dopo lo sgombero. L’obbiettivo è la ex Caserma Curtatone e Montanara, ribattezzata “Distretto 42”. Per questi spazi gli attivisti chiedono al Demanio la cessione rapida del bene al Comune, e al Comune, l’impegno di riaprirli all’uso da parte del quartiere.
4.000 mq di edificato e 8.000 mq di verde, tre palazzine, innumerevoli stanze, pochi gli oggetti rimasti. Per i più giovani soprattutto sono spazi totalmente da scoprire, mentre chi li ha vissuti in gioventù, anche solo per “passaggi di leva”, li riconosce a stento.
Nel pomeriggio di sabato una prima assemblea cittadina, oltre un centinaio i presenti e il sostegno di molta sinistra cittadina: Agorà, Africa Insieme, Unione Inquilini, Sel, gli studenti della Rete della conoscenza. “Torneranno a mano a mano tutte le attività”, hanno detto in assemblea le varie voci del Municipio. “Riapre nel quartiere, quello di San Martino, il Distretto 42, che vorremmo diventasse a breve un laboratorio di nuovo welfare, un crocevia di realtà e di cittadini e cittadine, studenti e migranti”.
Oggi in programma ci sono pulizie del parco e degli interni, tutto il giorno con pausa pranzo, mentre alle 18 verrà presentato il dossier “Riconversioni Urbane”. Per la prossima settimana c’è già un calendario di attività; l’intenzione è di aprirsi al quartiere e per questo è stata anche indetta un’assemblea per mercoledì 19.
Nessuna premessa di sgombero per le prime ore di questa riapertura. Ieri ha confermato la sua disponibilità a incontrare gli attivisti l’assessore alla Cultura del Comune di Pisa Dario Danti. “Tavoli di interlocuzione con il Municipio si sono già tenuti in passato sul ex Colorificio, non vedo dunque perché non dovremo incontrarli e aprire un dialogo”, ha dichiarato.
“Con l’azione di oggi – ha detto ancora Danti – la questione si sposta su un piano diverso da quello della dismissione di un’area produttiva. L’ex caserma Curtatone e Montanara è un area demaniale nel cuore della città, attualmente inutilizzata, che rientra nel cosiddetto Progetto Caserme (che vede coinvolte anche la Artale e la Bechi Luserna). Un progetto che ormai si trascina da anni, in attesa del passaggio degli immobili demaniali al Comune, che ne ha già fatto richiesta secondo i termini delle dismissioni demaniali”.