Alla fine se l’è davvero cavata con 100 euro e spiccioli. Un’idea efficacissima che ha ottenuto lo scopo desiderato: far parlare in lungo e in largo dell’idea “Ikea”, di quello che rappresenta ancor prima di quello che vende, spendendo praticamente una sciocchezza. E così, l’ufficio attività produttive del Comune di Pisa ha ritenuto di non dover considerare “gli arredi” che da ieri hanno tappezzato il centro storico, come una pubblicità.
La decisione è stata presa dall’ufficio diretto da Dario Franchini, congiuntamente a Sepi. Stando a quanto riporta l’ufficio stampa del Comune, la scelta è stata dettata da un’interpretazione decisamente letterale del regolamento: “È soggetto al pagamento del canone la diffusione di messaggi in cui sono ricompresi marchi, loghi, scritte che riconducano direttamente ad una ditta o azienda”.
“In questo caso l’ufficio attività produttive ha compreso la collocazione delle installazioni tra quelle decorative”, dice ancora il Comune. “Non avendo i festoni alcun marchio non possono essere considerati pubblicitari”.
E a chi si domandava quale fosse la posizione della Sovrintendenza sulla vicenda, il Comune fa sapere che c’è stata una riunione prima del lancio della campagna, “che è stata fatta alla presenza dell’architetto Ciafaloni della Sovrintendenza, del dirigente dell’ufficio attività produttive e del responsabile Ikea Italia”.
Trovo ridicola l’interpretazione letterale del regolamento. Mi sembra piuttosto che si sia deciso di mettere una città al servizio di una multinazionale. Mi auguro che la Confcommercio abbia da ridire qualcosa su questo, soprattutto se si confronta con quanto spendono i suoi associati per mettere due seggioline davanti al bar o qualche cartellone publicitario.
Premetto che sono tra quelli che sostengono che Ikea rappresenti un’opportunita di lavoro e di sviluppo per il ns. territorio. Ma quoto in toto il commento de Ilcanedigesso, l’amministrazione di Pisa ancora una volta dimostra di non essere all’altezza di un confronto con i “grandi” ma di riuscire bene a imporsi con i “piccoli”. Alla luce dei fatti, da domani la pasticceria x tappezzera la citta con foto di pasticcini… la pizzeria y con foto di pizze… e l’amministrazione forse capira di aver fatto la scelta sbagliata.