Dietro il tavolo del Teatro Rossi due professionisti della penna e della matita. Maglione a righe colorato l’uno, abbigliamento nero l’altro. Un po’ la materializzazione della spigliatezza con cui si approcciano al pubblico in sala. Ma la timidezza si scioglie presto e la presentazione di Corpicino (GERRRzetic, 2013) diventa dialogo e conversazione fra Tuono Pettinato, l’autore, e Marco Malvaldi, scrittore.
Corpicino è cronaca nera, è la storia dell’assassinio di un bambino, Marcellino Diotallevi, e dell’inchiesta del cronista Gianni Martinelli, la storia di un omicidio che colpisce tutta la comunità. Ma Corpicino è soprattutto un modo per analizzare, antropologicamente, quello che accade nella comunità, per parlare del capro espiatorio, di quel bisogno – come lo definisce René Girard – che le comunità hanno di appianare il conflitto attraverso l’individuazione di un “nemico”. Ecco allora che si manifesta fra le pagine quel fenomeno tanto diffuso: la caccia al colpevole a ogni costo, la sua amplificazione mediatica a cui fa da sponda il triste fenomeno del turismo nero.
Da qui è partito Tuono Pettinato, dalla curiosità, ma anche dall’incredulità, per quel pellegrinaggio verso i luoghi degli omicidi, per quel fenomeno che porta le persone a cercare un’esposizione mediatica forti della presenza di tv e giornali a caccia di particolari, curiosità intorno a un fatto efferato. Un rito, quello dell’affollarsi di fronte alle telecamere, che Malvaldi definisce come “bastardissimo atteggiamento consolatorio” che fa tirare un sospiro di sollievo per il fatto che sia toccato a qualcun’altro.
E proprio perché, spiega Tuono “spesso la realtà supera qualsiasi esercizio di fantasia, il ricorso al grottesco mi è venuto in aiuto”. Grottescamente le strisce fucsia che “scorrono” in fondo alle pagine in bianco e nero ricalcano le flash news che passano sullo schermo durante i telegiornali.Ecco che mentre la storia racconta la morte di un bambino, a pié di pagina leggiamo: “In città torna il circo, un colpo di avvolgibile ben assestato può decapitarvi”.
E grottesche sono alcune presenze, dal “Blog di Justin”, che nasce dopo l’omicidio di Marcellino, allo psicologo da televisione che non può non richiamare, con un po’ di inquietudine, figure reali del mondo televisivo di oggi.
Corpicino è la svolta verso il giallo, il noire, l’horror di Tuono Pettinato. Ma in Corpicino si ride, “perché non c’è niente su cui non si possa ridere”, dice Tuono. Perché l’umorismo e la risata commenta Malvaldi “servono a smuovere emozioni attirando l’attenzione”.