La lista civica rilancia la discussione proponendo il riutilizzo dell’ex Santa Chiara. E oggi voteranno “no” alla variante per la cittadella aeroportuale
Annunciano il loro voto contrario all’adozione della variante per la cittadella aeroportuale e propongono l’ex Santa Chiara come area per ospitare il futuro palazzo dei Congressi. I consiglieri e i militanti della lista civica Noi adesso Pis@ hanno esposto ieri il loro progetto, che porteranno anche all’attenzione del consiglio comunale nelle prossime settimane, e che per loro si configura come un’alternativa praticabile alla “cementificazione del quartiere di San Giusto”.
“La variante riguarda terreni agricoli situati fra l’aeroporto e l’Aurelia – spiega Diego Petrucci, capogruppo della lista – e prevede, in un secondo momento, la costruzione di un grande palazzo dei congressi. Noi non siamo contrari all’idea di un nuovo palacongressi – aggiunge – riteniamo infatti che l’attuale non sia sufficiente e non abbia le caratteristiche necessarie a renderlo davvero funzionale. Da parte nostra vorremmo candidare Pisa a capitale europea della congressistica, ma pensiamo che il quartiere di San Giusto sia una scelta sbagliata”.
Rilanciano quindi la proposta di riutilizzo di alcune porzioni dell’ex Santa Chiara, in pieno centro storico: “La sfida non è bloccare il cemento, che invece è fonte di lavoro e sviluppo, ma è quella di riconvertire per altri fini le strutture esistenti e non consumare nuovo territorio”.“Al Santa Chiara se non si faranno opere con finalità pubbliche o para-pubbliche, il rischio è il fallimento. Il mercato non ha più bisogno di appartamenti di lusso da vendere fino a 10.000 euro al mq, resterebbero cattedrali nel deserto”.
Secondo Petrucci e gli altri esponenti di Noi adesso Pis@, la proposta del Santa Chiara avrebbe alcuni punti di forza: “Il riutilizzo di strutture esistenti, la centralità del posto e la vicinanza con piazza dei Miracoli”. Quanto alla mobilità e al problema non secondario dei parcheggi,spiegano: “Chi arriva in treno può tranquillamente scendere a Pisa San Rossore e recarsi a piedi al Santa Chiara, dove la distanza è di appena 400 metri. Per chi arriva in auto invece, proponiamo di realizzare un parcheggio nell’area Campaldino, dove c’era lo scalo merci di San Rossore”.
Si spingono oltre, proponendo la riapertura dello scalo merci – dismesso qualche anno fa da Trenitalia Cargo – con una navetta di collgamento tra la stazione e il Santa Chiara: “Un’ipotesi che crediamo possa essere appetibile anche per Trenitalia, visto che si potrebbe riaprire la stazione ora pressoché inutilizzata”. E chi coprirebbe i costi di un nuovo collegamento ferroviario? “Potrebbe essere anche valutato l’acquisto di un mezzo – rispondono – ripagato con il servizio e l’utenza”.
E al di là degli aspetti, non da poco, sulla fattibilità del progetto, Petrucci, Sbrana, Nerini e Magnozzi sottolineano che la loro proposta “verrà presentata ufficialmente prima del termine di 60 giorni per la presentazione delle osservazioni alla variante. Non è una proposta campata in aria, ma viene anche dal lavoro accademico di una persona che fa parte del gruppo Noi Adesso Pis@ e che proprio su questo ha svolto una tesi di laurea”. Il progetto, aggiungono, “verrà spiegato nel dettaglio in un workshop aperto che faremo nelle prossime settimane”.
Intanto il tentativo è di fermare la variante per San Giusto, “un quartiere già messo alla prova e pieno di criticità”, come dice Leonardo Sbrana, consigliere del CTP4. “Alla riunione del CTP alla quale hanno partecipato l’assessore Zambito e l’architetto Franchini ci è stato illustrato un progetto che oggi va al voto in consiglio. Di quale partecipazione parliamo? L’assemblea che si è tenuta in San Giusto ha mostrato tutto il disappunto del quartiere sulla proposta, ma di fatto, quando abbiamo domandato se ci fossero margini per proposte alternative, ci è stato detto di no. Allora ci viene il dubbio: dal momento che Sat è proprietaria di quei terreni agricoli già da molto tempo, si tratta forse di un disegno già previsto e programmato?”
Sulla variante, aggiunge Petrucci “non abbiamo alcun atteggiamento pregiudiziale. Se troveremo aperture potremo anche pensare ad un voto favorevole durante l’approvazione, ma ad oggi non ci sembra ci siano le condizioni”. Infine il consigliere Maurizio Nerini mette l’accento sui tempi di adozione della variante: “Ci hanno presentato tutto molto in fretta, dicendo che bisognava procedere velocemente con l’adozione. Perché? Guarda caso, mentre a Pisa succede questo, a Firenze il consiglio regionale si prepara ad approvare la nuova legge regionale, voluta fortemente dal presidente Rossi, del Pd, che punta al vincolo di inedificabilità totale sui terreni agricoli. Ecco perché tanta fretta: il Pd pisano si appresta a votare una variante su terreni agricoli prima che il Pd regionale gliela blocchi. Complimenti.”
Per un approfondimento sulla legge regionale vi rimandiamo qui
Il partito è sordo al concetto di “riconvertire per altri fini le strutture esistenti e non consumare nuovo territorio”. Anche a San Giuliano Terme è in atto una devastazione del territorio, e chi ci crede al presunto accordo le primarie di coalizione riguardo al consumo del territorio zero?