Compie oggi un mese di vita il Distretto 42. Il 15 febbraio il Municipio dei Beni Comune ha riaperto le porte dell’ex caserma Curtatone e Montanara nel quartiere di San Martino: 8 mila metri quadrati di parco, che gli attivisti hanno intitolato a Don Andrea Gallo, e circa 4 mila metri quadri di edifici.
A un mese di distanza resta difficile il dialogo con l’amministrazione comunale che rivendica la validità de Progetto Caserme, e che non sembra intenzionata ad avviare una discussione sul posto con gli attivisti.
Mentre resta nell’incertezza il futuro del Distretto 42, sui cui pende la spada di Damocle di uno sgombero, si moltiplicano i messaggi di solidarietà e di sostegno a questa esperienza. Messaggi che prendono la forma di appello al Sindaco e all’amministrazione comunale.
Ieri è stata la Comunità di San Benedetto al Porto di Genova, quella di Don Gallo per intenderci, a prendere carta e penna per scrivere “al Sindaco di Pisa, alla sua giunta e ai due partiti – PD e SEL – che compongono la maggioranza nel Consiglio Comunale certi del fatto che non rimarranno impassibili”.
La riapertura della ex caserma, scrivono, ha portato associazioni cittadine e abitanti del quartiere a farne un “luogo di aggregazione e socialità, nel rispetto delle norme di civile convivenza”. Dove un ruolo non secondario è stato svolto dal parco che ha “spinto molti di loro a una partecipazione attiva verso le future sorti dell’area: si tratta di un prezioso atto di cittadinanza, da non vanificare in tempi di crescente disaffezione verso la cosa pubblica. La riapertura dell’area offre un’opportunità in più di crescita sociale e culturale e di riqualificazione ambientale. Restituisce, infatti, al centro cittadino un grande polmone verde”.
“Ci appelliamo direttamente al Sindaco e alla sua giunta – scrive ancora la Comunità di San Benedetto al Porto di Genova – affinché metta in campo tutti gli strumenti possibili per scongiurare l’azione repressiva e costruire invece un percorso di dialogo fra il Municipio dei Beni Comuni e l’amministrazione comunale”. Un appello “affinché il Distretto 42 non sia riconsegnato al degrado e all’abbandono attraverso un’azione di forza di polizia chiediamo al Sindaco e alla giunta del Comune di Pisa che si impegni a fermare questa ipotesi pendente, rispondendo positivamente alle richieste di dialogo che il Municipio dei Beni Comuni fin’ora ha espresso. Crediamo che sia utile e proficuo per la città che queste voci siano ascoltate, tanto più che, come ha detto Lei stesso sulla stampa, ad oggi ‘il progetto caserme è impantanato’ e non vi è alcuna progettualità da attuare nel breve periodo”.
Ad appellarsi al Sindaco affinché un dialogo su questo spazio sia possibile è anche Legambiente Pisa che ha partecipato alla riqualifica del parco, classificando, insieme agli amici del WWF, le specie arboree presenti nell’area. “Tutto il complesso – scrive Legambiente Pisa – potrebbe essere un’occasione per offrire alla città spazi ad uso sociale, rispondendo ad una sentita necessità . Del resto la perdurante crisi del mercato immobiliare sembra far naufragare qualsiasi ipotesi che ne prevedano il recupero a uso residenziale”.
“Ci auguriamo – scrivono – che l’Amministrazione Comunale voglia valutare le proposte del “Municipio dei Beni Comuni” in un confronto aperto alla città e, intanto, attivi le possibili iniziative per impedire l’imminente sgombero-sequestro del Distretto 42″.
Duri i toni di Francuccio Gesualdi del Centro Nuovo Modello di Sviluppo che esprime “sdegno per l’atteggiamento di chiusura mentale, politico, sociale, costituzionale, assunto dall’amministrazione di Pisa (che non si merita l’appellativo di amministrazione comunale, bensì di amministrazione privatistica) nei confronti dell’ex-caserma posta in via Giordano Bruno. Uno spazio urbano di proprietà collettiva che l’amministrazione eletta dal popolo, non solo ha colpevolmente trascurato e lasciato che rimanesse in stato di abbandono, ma che non difende neanche quando un gruppo di cittadini si impegna per riportarlo in uso a beneficio di tutta la comunità”.
Ed è all’amministrazione che Gesualdi imputa la responsabilità del digiuno intrapreso da Roberto Lepera che mercoledì, dopo sette giorni e 4,5 kg persi, ha passato la staffetta a Jacopo Shekari Alamdarito: “Della vostra insensibilità costituzionale. Della vostra ostinazione ad ignorare che il compito prioritario di un’istituzione denominata ‘Comune’ è di difendere la comunità e di garantire che tutti gli spazi urbani inutilizzati vengano messi a disposizione della collettività, specie se trattasi di beni di proprietà pubblica come la caserma di via Giordano Bruno”.
Pur in tutta l’incertezza del momento, con un rischio di sgombero che potrebbe concretizzarsi, non si ferma la programmazione del Distretto 42: dall’apericena musicale di questo venerdì, alla due giorni di sabato e domenica Sotto un CIElo libero: la nostra Europa non ha confini.