Il Municipio dei Beni Comuni ha presentato formale richiesta al Demanio per la concessione dell’ex caserma Curtatone e Montanara. Una richiesta, presentata attraverso l’associazione di promozione sociale Pisa Meticcia, che si inquadra in un calendario ben delineato di scadenze dentro le quali si giocherà il destino dell’immobile e del Distretto 42.
Entro il 30 marzo, a giorni dunque, il Ministero della Difesa dovrà chiarire se l’ex caserma è o meno un bene di cui vuole rimanere in possesso: a quel punto si saprà se deciderà di rilasciare il bene, che rientrerà nelle “casse” del Demanio, oppure se intende proseguire con il Progetto Caserme (che ricordiamolo prevede la dismissione di tre strutture in cambio della realizzazione di una nuova caserma).
La scadenza successiva è quella del 15 aprile, quando il Demanio dovrà rispondere alle richieste pervenute dai comuni nell’ambito del federalismo demaniale. Qui si inserirebbe la richiesta del Comune di Pisa nel caso in cui la Difesa decidesse di rilasciare il bene, indipendentemente dal Progetto caserme.
Un no che potrebbe essere più probabile dopo le dichiarazioni del Ministro della Difesa Roberta Pinotti che ha parlato di chiudere 385 fra caserme e presidi, di tagli al personale e della possibilità di mettere mettere i beni della Difesa a disposizione dei Comuni, degli enti locali e dei privati.
“È evidente – spiega il Municipio dei Beni Comuni – come in questo quadro il Progetto Caserme proposto negli anni scorsi dal Comune di Pisa e dallo stesso Ministero, che prevede la realizzazione ad Ospedaletto di una nuova struttura da 70 milioni di euro, diventa sempre meno credibile, tanto più in presenza di una crisi immobiliare che rende insostenibile un’operazione bloccata da anni”.
In questo contesto, dopo che lunedì una delegazione del Municipio è stata ricevuta a Roma dall’Agenzia del Demanio, arriva l’istanza ufficiale di concessione del bene al Demanio: una sorta di “paracadute” nel caso in cui gli attori istituzionali in gioco a un certo punto decidessero che l’ex caserma Curtatone e Montanara non è più interessante.
Ma l’incontro è stato anche l’occasione in cui, spiegano, “è stata riconfermato più volte da entrambi gli interlocutori che non sussiste alcuna urgenza nel procedere allo sgombero, tanto più che entro fine mese il Ministero della Difesa risponderà. Attendiamo quindi la risposta del Ministero della Difesa, chiedendo in aggiunta un intervento del Ministro Roberta Pinotti perché possa fare quanto in suo potere per evitare almeno temporaneamente lo sgombero coatto”.
Un appello a cui si unisce alla rinnovata richiesta di un incontro pubblico al Sindaco e alla giunta su questi temi. Una richiesta che si fa forte del sostegno di numerosi appelli di solidarietà e di una petizione promossa dai cittadini del quartiere.
Di venerdì la mail indirizzata a Marco Filippeschi da Alessandra Quarta, giurista e docente a contratto dell’Università del Piemonte Orientale e candidata per la lista “L’Altra Europa con Tsipras”, per esprimere sostegno all’esperienza del Distretto 42. Un mail in cui oltre a spiegare i fondamenti giuridici delle richieste avanzate sottolinea come “la disobbedienza proprietaria esercitata da Rebeldìa chiede una risposta istituzionale che non può essere ridotta a questione di ordine pubblico, ma va affrontata politicamente, trovando soluzioni anche coraggiose che cerchino di rispondere a bisogni collettivi”.
A questa si aggiunge oggi una lettera indirizzata al Sindaco, all’assessore al sociale Sandra Capuzzi e a quello all’Ambiente Salvatore Sanzo firmata da Maria Grazia Petronio (medico), Alessandra Benedetti (medico), Anna Solini (medico), Marirosa Di Stefano (medico), Maria Angela Vigotti (biologa), David Burr (neuroscienziato), Liliana Cori (antropologa), Maria Turchetto (storica del pensiero economico), Mariano Dolci (educatore) che chiedono di preservare la fruizione da parte della comunità locale del parco e degli edifici dell’ex Caserma 42. Una lettera in cui si sottolinea il grande “patrimonio di impegno, creatività e socializzazione” portato dal Distretto 42: “Cosa ci vorrebbe – chiedono – a superare la situazione di ‘illegalità’ affidando con una qualche forma di contratto gli spazi della Caserma 42 ad un comitato di garanti, stabilendo anche delle regole e sperimentando quelle forme di partecipazione dei cittadini di cui pure si parla nelle leggi e nei discorsi ufficiali e che non si riesce a praticare sul serio? In fondo la Caserma 42 è un bene pubblico e tale dovrebbe rimanere”.