Sono oltre 600 le cittadine e cittadini che abitano nel quartiere San Martino e non solo che hanno sottoscritto la petizione lanciata nelle scorse settimane da Enza Pellecchia, Giacomo Sanavio e Tommaso Greco a sostegno del Distretto 42, e sottoscritta tra gli altri anche da Salvatore Settis e Adriano Prosperi.
Nella mattina di giovedì una delegazione di abitanti del quartiere ha consegnato ufficialmente alla segreteria del sindaco e all’ufficio Protocollo il documento con tutte le firme, “ribadendo la richiesta – scrive il Municipio dei Beni Comuni – fino ad oggi però rimasta inascoltata affinché “sia intrapreso, in tempi rapidi, un dialogo con il Sindaco, la Giunta, il Consiglio, per esplorare possibili modalità di gestione partecipata dell’ex distretto: confidiamo nel fatto che l’incontro e il confronto tra differenti punti di vista espressi con reciproco rispetto da persone provenienti da percorsi diversi e appartenenti ai più vari ambienti (sociali, culturali, professionali, politici, associativi, ecc.) possa essere fecondo ed essere orientato in una logica di “buon vivere””.
“Un gesto concreto di solidarietà e sostegno da parte di chi vive a San Martino”, aggiungono, “ma anche un appello all’amministrazione comunale perché la politica faccia fino in fondo il suo compito evitando di trasformare la riapertura di un parco pubblico in un problema di ordine pubblico gestito dalle forze dell’ordine”.
Alle firme del quartiere, si è aggiunta ieri anche la solidarietà di Antonio Mazzeo, giornalista e militante antimilitarista e nonviolento, che scrive: “Quella del recupero dell’ex distretto militare “Curtatone e Montanara” di via Giordano Bruno, dove è sorto il progetto del Distretto 42, rappresenta un’esperienza esemplare di riconversione di aree militari a scopi sociali e un argine essenziale ai processi speculativi di privatizzazione e cementificazione selvaggia del tessuto urbano, tristemente frequenti nelle metropoli del tardo neo-liberismo, ridotte a vetrine per turisti e a piattaforme d’affari, dove la vita e il popolo vengono sistematicamente relegati nelle periferie, satelliti abbandonati nell’oblio da un centro dimentico di qualsiasi cognizione del “pubblico” e del “sociale””.
“Credo fermamente – aggiunge – che l’unica salvezza dalla disgregazione sociale e dalla logica della speculazione selvaggia sia data da iniziative come quelle del Distretto 42 che oltre ad essere un esempio encomiabile di applicazione dei principi sanciti dalla costituente dei beni comuni, sono anche un manifesto di cultura pacifista per così dire applicata nel quotidiano e nel territorio. Invece a Pisa oggi sembra trionfare la logica della violenza istituzionale che nutre tutte le guerre”.