Una serata di danza per raccontare l’Hanami, il rituale giapponese di osservazione e godimento della fioritura dei ciliegi. A portarla in scena al Teatro Verdi domani sera (mercoledì 16 alle 21) Kaze Mononoke della DaCruDanceCompany. Un progetto nato nel 1996 dall’unione dei danzatori e coreografi Marisa Ragazzo e Omid Ighani, che combinano la loro diversa formazione artistica, accademica per la prima e street per il secondo in un codice artistico fortemente innovativo.
La compagnia contamina stili e linguaggi, sperimentano da subito la danza urbana mescolata al concetto del teatro come spazio fisico fondendo il gesto tecnico dell’hip hop con quello dell’house, della danza contemporanea, del jazz rock e del breaking più innovativo. Nel 2008 approdano sul palcoscenico del Malibran-Fenice di Venezia, con il debutto di Le Roi, tributo alla lucente e breve vita di J.M.Basquiat.
La compagnia, Samar Khorwash, Paolo Ricotta, Serena Stefani, Claudia Taloni, Afshin Varjavandi, Tiziano Vecchi porta sul palco una narrazione fatta di inganni visivi, che si snoda attraverso i più estremi e innovativi codici di linguaggio artistico in cui i danzatori interagiscono con ciò che accade alle loro spalle, la proiezione di immagini – visual artist Samar Khorwash – pensata come una voce muta che racconta, descrive e sottolinea la vita, ora di un petalo ora d’un sentimento.
Un incanto da raccontare e soprattutto da vivere come l’hanami: la fioritura dei ciliegi incanta gli uomini che, estasiati, si lasciano cadere addosso i fragili petali spinti dal vento. Protagonisti sono il vento, Kaze, e i petali che, cadendo al suolo con una velocità di 5 cm al secondo, diventano, per la brevità della loro esistenza, per la delicatezza e il loro colore pallido, simbolo di fragilità e di bellezza estrema.
Un racconto poetico e lieve che gli interpreti scrivono sulla scena, uno spazio bianco ed essenziale dove, carezzati da una brezza costante, mutano se stessi rapidamente e continuamente, perché questo fa il vento, spinge qualsiasi cosa al movimento, anche i sentimenti e gli umori. Kaze Mononoke si divide in quattro capitoli, in un viaggio all’indietro a scoprire i ricordi dell’inverno, candido e quieto, dell’autunno che tinge tutto di rosso e di giallo struggente e melanconico, dell’estate luminosa, dolente e carica del canto delle cicale.
Una scenografia essenziale, tanta poesia, magnifici danzatori per una creazione di grande fascino sottolineato dalle musiche di Bon Iver, I Monster, Boards Of Canada, Steve Reich, Burial, Apparat, Radiohead, Taniuchi Hideki, René Aubry, Unkle, Ólöf Arnalds, editing musicale curato da Omid Ighani, ideazione e regia firmate da Marisa Ragazzo, coproduzione Festival Danza Estate 2012.