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Il Ministero della Difesa scrive il suo sì al Progetto Caserme

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La risposta attesa è arrivata: il Ministero della Difesa non “restituirà” l’ex caserma Curtatone e Montanara all’Agenzia del Demanio. L’intenzione della Difesa, come comunicato al Demanio, è quella di mantenere gli impegni del Progetto Caserme.
Si blocca così di fatto la richiesta di passaggio dell’immobile a titolo gratuito presentata dal Comune nell’ambito del federalismo demaniale. Dal momento in cui avverrà la comunicazione ufficiale del diniego dall’Agenzia del Demanio all’amministrazione, il Comune avrà 30 giorni per presentare ricorso. Un ricorso che significherebbe però la scritta nero su bianco del disinteresse per il Progetto Caserme.

Il Municipio dei Beni Comuni esprime sconcerto per la decisione comunicata dal Ministero lunedì scorso. All’orizzonte dicono “altri anni di abbandono di uno spazio che con l’esperienza del Distretto 42 ha riaperto il parco ai cittadini e all’uso pubblico”.

La comunicazione della Difesa rende infatti più probabile lo stringersi dei tempi per uno sgombero da giorni temuto.
Allo stesso tempo è vero anche che l’interesse al Progetto Caserme non significa un’operatività immediata: la variante urbanistica per l’area di Ospedaletto dove dovrà sorgerè la nuova caserma da 70 milioni è scaduta e dovrà quindi nuovamente passare dal Consiglio comunale. Come già spiegava l’assessore Ylenia Zambito, Comune e Ministero della Difesa dovranno revisionare ed aggiornare i prezzi per la nuova caserma di Ospedaletto.
Mentre Comune, Ministero della Difesa e l’Agenzia del Demanio dovranno predisporre una bozza definitiva di modifica dell’Accordo di Programma. Fatto questo si dovrà procedere con un bando di evidenza pubblica per raccogliere manifestazioni d’interesse sul mercato per poi procedere, se vi saranno soggetti interessati, al bando di gara per l’assegnazione del progetto di permuta.

Il Municipio dei Beni Comuni parla di “insostenibilità evidente di un’operazione immobiliare da 200 milioni di euro”, cifre certo non irrilebvanti in tempi di crisi e di fermo del mercato immobiliare.
La prospettiva concreta dicono gli attivisti “è che lo spazio sia lasciato in stato di abbandono a lungo”
“Tutto questo” – proseguono – “non sarebbe mai accaduto, se l’amministrazione Filippeschi avesse pronunciato una parola chiara sulle sorti e le prospettive del ‘Progetto Caserme’ che avrebbe senza dubbio mutato l’orizzonte delle cose. A chi giova davvero mantenere in vita – una vita tutta artificiale – un progetto non più praticabile?”
E chi, chiedono ancora, “ha bisogno oggi di una nuova caserma, dopo anni di crisi economica che ha disintegrato la vita di migliaia di cittadine e cittadini? Un progetto faraonico che stride con il contesto nazionale: a fronte della previsione di dismettere 380 caserme su tutto il territorio, e di ridurre le spese militari, Pisa si candida a diventare città della guerra immaginando nel suo futuro un nuovo polo militare”.
L’appello all’amministrazione comunale è quello di fare “un semplice atto di onestà politica e intellettuale, assumendo l’impraticabilità di un simile progetto e sciogliendo il protocollo del ‘Progetto Caserme’. Una iniziativa semplice, l’unica che oggi possa garantire una prospettiva pubblica per questo spazio”. E di presentare quindi il ricorso “per ricevere l’ex Caserma ‘Curtatone e Montanara’ gratuitamente. E’ sufficiente che si faccia”.
A cui si aggiunge la richiesta di una risposta ai digiunanti, che con la loro protesta chiedono un pronunciamento pubblico del sindaco. Così come alla petizione presentata da cittadini e residenti di San Martino attraverso una petizione protocollata in Comune, che chiedono l’apertura di un confrointo sul destino dell’area.
Nessuna urgenza di sgombero, ribadiscono infine, “nessuno pensi che i prossimi giorni di festa possano rappresentare un momento utile per porre fine all’esperienza del Distretto 42”.

 

 

Foto: Imago / Rudy Pessina

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Pubblicato il: 17 aprile 2014

Argomenti: Pisa, Politica, Sociale

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