Scatena le ira di Pisa e degli amministratori locali la proposta della Regione di vendere le proprie quote di Sat, pari al 16,9%, al socio privato. Un cambio di posizione che ha sbigottito tutti, Marco Filippeschi in primis, che all’indomani della pubblicazione della delibera della giunta regionale ha chiesto con urgenza di essere ascoltato dalle commissioni regionali per dire la propria, e ribadire le ragioni di un “no” alla vendita di quote, tanto più a queste condizioni.
Sono ormai passati due mesi da quando il gruppo argentino Corporacion America ha lanciato un’Opa volontaria sullo scalo pisano, con un’offerta che è stata prima bloccata dalla Consob e poi giudicata non congrua dai soci del Patto parasociale. Sul futuro dell’aeroporto pisano pesa come un macigno questo repentino cambio di indirizzo politico della Regione, che fino a ieri approvava atti e programmazioni in linea con un’ottica di cooperazione fra i due scali toscani, e che lunedì, con un atto che ha colto di sorpresa tutti, ha invece aperto nuovi scenari fatti di dismissione di un’importante patrimonio pubblico a favore di un socio privato. Socio che da parte sua non ha mai chiarito fino in fondo le intenzioni industriali sulla nostra regione, e che dopo un primo momento di rapporto “amichevole” con il territorio, ha proposto un’offerta aggressiva come quella dell’Opa facendo presagire intenzioni tutt’altro che cooperative.
Quattro anni fa mi dichiarai favorevole alla società unica degli aeroporti di Pisa e Firenze. È noto che fui ricoperto di invettive e critiche, di voler bruciare le tappe e peggio ancora di danneggiare e tradire Pisa e di non riconoscere l’autonomia e le prerogative di Firenze, capoluogo della Toscana. Adesso abbiamo l’occasione di un imprenditore privato che ha già investito 70 milioni ed è disposto ad investirne altrettanti per ottenere la maggioranza nelle due società. Oggi grazie al lavoro da me svolto e agli impegni assunti dalla Regione in direzione dell’integrazione e dello sviluppo del sistema aeroportuale Pisa-Firenze, si è fatto avanti un imprenditore privato, industriale e non finanziario, la Corporation America che gestisce con buoni esiti qualcosa come 50 aeroporti nel mondo. È evidente che, di fronte a questo impegno finanziario, non si possono contestare le buone intenzioni. Altrimenti il segnale che verrebbe dato dalla Toscana al mondo sarebbe devastante, come quello di un terra chiusa in localismi, arroccata in dimensioni inadeguate per confrontarsi e intercettare i grandi flussi finanziari indispensabili per lo sviluppo. Naturalmente questo non significa che la vendita delle quote pubbliche, per consentire a questa società di raggiungere i suoi obiettivi, debba avvenire senza condizioni. A questo scopo ho chiesto alla Corporation America di elaborare e presentare le linee guida del piano strategico per le società Sat e Adf. La proposta è ovviamente perfettibile e dovrà essere resa più cogente negli impegni da assumere; tuttavia a me sembra una buona base di partenza.
Nelle linee guida ci si impegna a tutelare l’occupazione dei due scali, per cui i lavoratori non hanno nulla da temere e anzi potranno giocare meglio le loro professionalità in un quadro più ampio che solo un grande gruppo può offrire. Pisa mette al sicuro i suoi obiettivi di crescita, grazie all’impegno a mantenervi il low cost e per la previsione di sviluppare le compagnie di medio e lungo raggio. Per Firenze sempre nelle linee guida c’è un focus sull’intero business, sui collegamenti intra-europei e sulla valorizzazione di Peretola in questo mercato. Ancora per Firenze c’è il riconoscimento del ruolo dell’istituzione regionale per quanto riguarda la pianificazione territoriale. Queste linee saranno inoltre il binario in base al quale il socio privato presenterà un piano di integrazione volto alla costituzione, entro l’anno, della società unica degli aeroporti di Pisa e Firenze.
La delibera chiede di autorizzare la Giunta regionale “all’eventuale vendita delle azioni detenute, in tutto o in parte, anche tramite l’eventuale adesione ad una o entrambe le offerte pubbliche di acquisto, previa la verifica di una serie di elementi”, tra cui la congruità del prezzo, al documento d’offerta nel caso di adesione all’offerta pubblica di acquisto e, elemento non secondario, i vincoli posti dai Patti Parasociali nonché dall’Accordo sul sistema aeroportuale toscano sottoscritto a febbraio 2013. Vincoli che impongono la vendita all’unanimità delle quote pubbliche e che in alcun modo consentono ai singoli soci di intraprendere azioni autonome.
Proprio su questo faranno leva i soci pubblici di Pisa, che leggono serie contraddizioni fra l’atto della giunta regionale e i vincoli del Patto, e soprattutto, fra l’atto e l’Accordo sull’integrazione fra i due scali.
“Pisa ha spinto con coerenza per il sistema aeroportuale regionale e se non ci fossero in campo gli investimenti e i progetti del Galilei, fatti in autofinanziamento dalla SAT, la Toscana oggi sarebbe messa molto male”, ha detto il sindaco di Pisa Marco Filippeschi. “L’integrazione si fa rispettando con coerenza i contenuti che non per caso il Consiglio Regionale ha deciso di dare al sistema con l’adozione dell’integrazione al Pit, che prevedono una pista di duemila metri e non di duemilaquattrocento. Gli stessi contenuti che sono a base degli studi in corso per mettere insieme le società”. Studi che, ricorda il primo cittadino pisano, comprendono anche la valutazione delle due società ad opera dell’advisor Kpmg, i cui risultati non sono ancora stati resi pubblici, e che con tutta probabilità presenteranno una valutazione più alta per Pisa, società nettamente più forte allo stato attuale rispetto ad Adf.”Nei programmi della Regione – ha detto ancora Filippeschi – è scritto chiaro: «Firenze city airport collegato con grandi capitali europee, Pisa aeroporto internazionale con forte presenza del low-cost». Chi con scelte forzate mette in discussione la caratterizzazione dei due aeroporti proposta dalla Regione e riapre scenari competitivi dannosi non lavora positivamente per l’integrazione”. “Noi abbiamo proposto e proporremo al nuovo socio privato un patto di co-governance della società”, ha concluso Filippeschi, esprimento anche la posizione del presidente della Provincia Andrea Pieroni. “La stessa proposta che Corporacion America aveva formalizzato ai soci pubblici che controllano SAT prima di lanciare un’Opa volontaria. Questo patto dà spazio e tempo per acquisire le garanzie strategiche e per consolidare la collaborazione in modo concreto, lavorando ad un piano industriale unico e a approvare definitivamente gli atti di programmazione. Questa è la posizione molto motivata che, ad oggi, i soci pubblici, nessuno escluso, hanno assunto e comunicato al socio industriale e al mercato”.
L’ultimo appello il sindaco lo rivolge al consiglio di amministrazione di SAT, che ad oggi non si è mai espresso sulla vicenda: “L’invito è che si pronunci sul rischio competitivo di simili operazioni, e che lo faccia in fretta”.