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A Pisa testate le alternative al diserbante, ma il comune lo dimentica e si difende

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L’amministrazione vuole rassicurare sull’uso di erbicidi in centro città, dicendo che il prodotto è sicuro e il suo utilizzo autorizzato dalla Asl. E cerca di prendere le distanze dalla ricerca di due anni del Centro E. Avanzi dell’Università di Pisa sul pirodiserbo, tecnica che prevede il trattamento delle erbacce con una macchina a fiamma libera. Un trattamento meno inquinante e dal costo analogo.

“Non conosciamo in modo dettagliato questo metodo dato che non siamo partner del progetto di ricerca ad esso dedicato, che è stato realizzato dall’Università di Pisa e finanziato dalla Fondazione Pisa”, ha detto ieri il dirigente dell’Ufficio Ambiente del comune di Pisa Marco Redini, “ma, ovviamente, siamo più che disponibili ad approfondirlo per capire se può fare al caso nostro”.

Peccato che non si rammenti di un progetto che ha meno di 10 anni; sebbene il Comune non comparisse formalmente come partner il suo territorio era oggetto di sperimentazione, nello specifico in cinque aree: Orto botanico, p.zza San Paolo a Ripa d’Arno, via Giovanni Gronchi, San Piero a Grado e Marina di Pisa, sulle quali è difficile pensare a interventi a insaputa dell’amministrazione.

 

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I risultati della ricerca parlavano anche di diversi livelli di efficacia del trattamento, rilevando come questo fosse particolarmente adatto al centro storico, al mantenimento dei monumenti, e in generale a tutti i contesti locali analizzati.

Quanto al diserbante utilizzato in questi giorni, Redini aggiunge: “Il Glifene Hp è un diserbante regolarmente autorizzato dal Ministero della Salute e, come previsto dalla normativa, prima di dare il via alla sperimentazione nel centro storico abbiamo chiesto il nullaosta alla Asl che ci è stato rilasciato il 17 aprile scorso, previo il rispetto di alcune prescrizioni che stiamo seguendo scrupolosamente”.

“L’obiettivo della sperimentazione è aumentare la qualità urbana della città mantenendo i marciapiede puliti dalle erbe infestanti per un periodo più lungo rispetto a quello che è possibile fare con il normale intervento di taglio e nell’effettuarlo stiamo seguendo attentamente tutte le indicazioni contenute nel nullaosta del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria locale”.

Indicazioni, dice ancora che “si sostanziano soprattutto nel posizionare cartelli d’avvertimento durante il trattamento e nel lasciarli per i due giorni successivi, mantenersi ad una distanza di dieci metri dalle abitazioni o, in alternativa, di usare un cosiddetto “becco antideriva” per orientare il getto del liquido in un punto specifico evitandone la dispersione in aria e non effettuare interventi in caso di vento o precipitazioni atmosferiche”.

Nega quindi di non aver adempiuto all’obbligo di una corretta informazione sull’utilizzo del prodotto: “Il motivo per cui, nella cartellonistica, non abbiamo scritto di tenere chiuse le finestre durante il trattamento e altri suggerimenti simili è semplicemente che, diversamente da quanto dichiarato agli organi d’informazione, l’Asl non ce lo ha chiesto o consigliato né al momento del rilascio del nullaosta, né successivamente. Ma è inteso che – continua Redini – qualora l’Asl, che è l’ente pubblico incaricato per legge ad autorizzare l’utilizzo di diserbanti e le relative modalità d’uso, dovesse farci sapere di ritenerlo opportuno ci adegueremmo immediatamente”.

Nessuna sospensione del trattamento quindi, mentre il consiglio comunale di ieri ha deciso all’unanimità di discutere con urgenza della questione, che verrà affrontata nella prossima data utile.

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Pubblicato il: 9 maggio 2014

Argomenti: Ambiente, Pisa, Politica

Visto da: 1490 persone

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3 risposte a: A Pisa testate le alternative al diserbante, ma il comune lo dimentica e si difende

  1. avatar Matteo scrive:

    Abito in santa Caterina e trovarmi altri veleni davanti casa proprio non mi piace. Le infestanti sono bruttine ma il taglio a sempre limitato il fastidio che causano, certamente sono meno brutte dei cartelli e delle strisce che mette Pisamo. E’ possibile che si faccia sperimentazione con un diserbante vecchio di decenni? Poi ci ho pensato: stanno sperimentando quanto si innervosiscono i cittadini non quanto sia efficace, per l’efficacia e le controindicazioni basterebbe chiedere ……

  2. avatar Tom scrive:

    “Siccome ‘un si sa neanche noi se era radiattiva l’acqua der Cisamme, per fa’ trentuno vi si gassa sotto ‘asa! Bellino, vero? E aspettate giugno, ciabbiamo il fosforo bianco per toglie’ di mezzo i tarponi!”

  3. avatar annarita scrive:

    ma se per fare una cosa ci vogliono così tante prescrizioni, attenzioni, non farlo se piove, se c’è vento….ci vuole tanto a capire che NON VA BENE????? a noi, comuni cittadini, ci vuole un attimo, a capirlo, così come a capire che ci vogliono far fare salti all’indietro e…far fare salti in avanti alle multinazionali della chimica!!! E, se l’obiettivo è mantenere meglio il decoro urbano, non è che sarebbe meglio incrementare gli interventi, facendo lavorare qualcuno in più?

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