Filo spinato lungo viale delle Cascine, che spunta visibile venendo da nord per entrare in città, sui muri dell’ex Colorificio Toscano. Sullo sfondo piazza dei Miracoli e la Torre e quel filo spinato, messo a protezione della fabbrica chiusa e inutilizzata già oggetto di una lunga occupazione, su quel muro privato, dove la proprietà può installare a sua scelta telecamere e dispositivi di sicurezza, c’è un lapidario messaggio: il posto è e rimarrà chiuso.
A sollevare il caso è il Municipio dei Beni Comuni, riunito ieri sera in un’assemblea cittadina all’Agorà, la prima dopo lo sgombero del Distretto 42, con il tentativo di “far quadrato” attorno alla rete di relazioni che sulla scia dell’ex colorificio ha dato vita alla riapertura dell’ex caserma Curtatone e Montanara.
Municipio che commenta amaramente questa immagine: “Ecco cosa succede quando “si era proprio sul punto di riaprire una parziale attività e destinare una parte ad uso sociale”, come l’amministrazione comunale ha cercato di far credere per demonizzare le azioni del Municipio dei Beni comuni”.
“La verità ha un suo corso – dicono ancora gli attivisti – e le intenzioni reali si sono mostrate per quelle che sono: recintare, chiudere e avvolgere nel filo spinato. La prima immagine che vedranno i turisti arrivando a Pisa, a ricordare scenari di guerra”.
Aggiungono: “Proviamo una grande rabbia nel vedere tutto ciò. Proviamo rabbia nel pensare a quel laboratorio sociale, culturale e politico che ha animato quello spazio per un anno e che si è voluto cancellare con la forza. Proprio in questi giorni il comune di Napoli ha approvato una delibera sull’esproprio senza indennizzo di aree abbandonate come l’ex-Colorificio”.