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Sarà la Nucleco a proseguire lo smantellamento del reattore

cisam

“Il decommissioning non è un gioco di esperimenti scientifici, ma un processo mirato al raggiungimento di un obbiettivo specifico: la non rilevanza radiologica della pratica, che ad oggi, possiamo dire che è stata raggiunta”. Con queste parole l’ammiraglio Claudio Boccalatte, direttore del Cisam, ha chiuso il convegno che si è tenuto ieri mattina alla Scuola Sant’Anna.

Un incontro per fare il punto della situazione sullo smantellamento del reattore nucleare del Cisam e illustrare le prossime fasi di questo lungo lavoro su cui l’attenzione in questi mesi è stata alta, e lo sarà anche nei prossimi. Il convegno stato organizzato dal Master per la gestione dei rifiuti del Sant’Anna, ed erano presenti tutti i soggetti coinvolti nel procedimento: Cisam, Arpat, Enea, l’Ispra e le istituzioni locali, tra cui Comune di Pisa e Prefettura.

Il convegno ha dato l’occasione per aggiornare sulle prossime fasi del decommissioning, che saranno lo smantellamento e il condizionamento dell’impianto di purificazione attiva e delle resine a scambio ionico, nonché di tutto il circuito primario compresi gli scambiatori di calore e il serbatoio di decadimento. Dovrà essere poi trattato e smantellato l’impianto di raccolta effluenti liquidi radioattivi, il circuito di drenaggio dell’acqua della piscina e degli scarichi caldi. Infine, il lotto per i lavori comprende anche il condizionamento del materiale conservato all’interno dello shelter in prossimità del Reattore, e composto sostanzialmente da uno scambiatore di calore in Alluminio, dalle tubazioni del circuito primario in Alluminio, filtri e prefilitri.

Un lotto impegnativo per il quale occorrono oltre 4,5 milioni di euro. L’appalto è stato aggiudicato alla ditta Nucleco, società partecipata di Sogin ed Enea, e stando anche alle dichiarazioni dell’ammiraglio Boccalatte, “siamo in attesa dei finanziamenti del Ministero”. Quando arriveranno i soldi, in pratica, i lavori potranno partire. Sui tempi Boccalatte è ottimista: “Entro la fine dell’anno spero di poter cominciare”.

Intanto la fase dello svuotamento della piscina è pressoché conclusa. Sui risultati delle analisi è intervenuto Paolo Battisti dell’Enea, responsabile del laboratorio di monitoraggio e misure della radioattività, che non ha rilevato valori preoccupanti: “In nessuna matrice ci sono elementi che fanno pensare ad un possibile aumento dei valori di concentrazione dovuti al rilascio”, ha detto.

Analoga la posizione dell’Arpat. Silvia Bucci, responsabile dell’articolazione funzionale “Radioattività ambientale” dell’Arpat, ha infatti dichiarato: “Non era presumibile trovare segni di un impatto determinante a seguito degli scarichi, perché l’elemento della sicurezza è stato valutato a monte, quando cioè si è proceduto a definire la formula di scarico. Ad ogni modo, abbiamo aumentato i controlli sui Navicelli e sullo Scolmatore dell’Arno”. I valori risultano analoghi a quelli rilevati da Enea tranne che in un punto, ovvero nei sedimenti, su cui si stanno facendo ulteriori approfondimenti.

“Nell’area che va dalla confluenza del fosso dei Navicelli allo Scolmatore dell’Arno non sono state osservate significative variazioni sui livelli di radioattività”, ha aggiunto. “Nel fosso di scarico del depuratore, un ambiente molto piccolo e molto soggetto alle variazioni, dovuto alle attività del depuratore – anche senza il Cisam – non si può affermare allo stato attuale che non è cambiato niente, anche se non sono state registrate anomalie”.

Il programma di monitoraggio prevede che il prossimo campionamento verrà effettuato a giugno e poi a settembre, a rilascio ultimato. Mancano infatti solo gli ultimi tre lotti di acqua, sui 26 totali, dopo di che si potrà passare alla successiva fase del decommissioning.

“Sul trattamento delle acque abbiamo lavorato bene e con impegno” ha detto l’ammiraglio Claudio Boccalatte a conclusione del convegno. “Le ipotesi di calcolo sono state così cautelative da risultare irrealistiche, e la radioattività residua risulta notevolmente al di sotto della formula di scarico. Il condensato non rilasciabile rimarrà al Cisam opportunamente condizionato in moniliti all’interno del deposito temporaneo”.

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Pubblicato il: 29 maggio 2014

Argomenti: Ambiente, Cronaca, Lungomare, Pisa

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