Rimossi i canestri nel parco di via di Piaggetta su richiesta dei residenti, che lamentano l’uso notturno del campo da gioco. Ma la rimozione del basket fa discutere: un messaggio educativo sbagliato e frettoloso, contrario alla cultura dello sport
Il basket fa troppo rumore, e così lo si toglie. Accade nel quartiere di San Marco, dove al giardino comunale di via di Piaggetta da qualche tempo è stato realizzato un campo da basket con due canestri. Un’iniziativa che ha raccolto una grande richiesta dalla zona e non solo, tanto da rendere il parco molto frequentato e il gioco utilizzato. Forse troppo, secondo alcuni residenti, che dopo ripetute lamentele sull’utilizzo del campo anche di sera, hanno chiesto e ottenuto che venissero smontati i canestri.
La scelta è stata subito criticata dalla lista civica Una città in Comune, che ha sollevato il problema: “Riteniamo profondamente sbagliata e assolutamente diseducativa, oltre che stupidamente repressiva, la scelta dell’amministrazione comunale di smontare e rimuovere i canestri”, scrivono.
“Il giardino di Via di Piaggetta, vicino al Circolo Balalaika, è rimasto chiuso per molti anni, poi da quando è diventato fruibile ha visto crescere sempre più il numero dei frequentatori. Ragazzi e ragazze non solo del quartiere hanno iniziato a utilizzarlo, anche per il fatto che sono solo due i campi da basket gratuiti e fruibili in città: quello di San Marco e uno a Porta a Lucca. A fronte di questa situazione – aggiungono – l’amministrazione ha deciso di non svolgere la propria funzione; anziché avviare un percorso per risolvere queste difficoltà, ha scelto la strada più “semplice”: togliere i canestri. Secondo noi sarebbe stato sufficiente fare un lavoro con chi frequenta lo spazio per rendere possibile la convivenza del diritto al gioco con il diritto al riposo, trovando soluzioni condivise e regolamentando l’utilizzo dell’area nel rispetto di tutti”.
L’assessore al verde pubblico Paolo Ghezzi alza le braccia di fronte alla protesta: “I canestri venivano utilizzati in modo non adeguato”, dice, “tanto che i residenti hanno sollevato il problema più volte all’interno del Ctp. È da lì infatti che ci è arrivata richiesta per la rimozione dei canestri, tutelando la quiete del quartiere, e noi abbiamo deciso di dar seguito a quanto chiesto, facendo notare che togliere i canestri significa essere dell’idea che in quel quartiere non ce ne saranno altri per ora. Sappiamo – aggiunge – che è un campo che dà tante risposte a tante esigenze del quartiere, ma se viene utilizzato in modo improprio e la richiesta è così ampia, allora occorre mettere uno stop”.
Uno stop arrivato forse senza un confronto reale tra chi vive il campo da basket, i residenti, il Ctp e l’amministrazione, confronto che avrebbe potuto portare a soluzioni alternative e meno drastiche. Che sia mancato, lo dice anche Giacomo Mazzantini, presidente del Ctp4: “Il consiglio territoriale si è trovato nell’ambito di una decisione già presa in un’assemblea pubblica che risale a fine 2013”, spiega, “da cui è emersa la volontà di rimuovere i canestri. Il Ctp non è stato chiamato a un confronto, ma a esprimersi su questa richiesta. La valutazione che abbiamo fatto era se verificare vi fossero margini per recintare il campo, in modo da limitarne l’uso notturno, ma ci è stato risposto che non c’era questa possibilità”.
“Il consiglio si è espresso con rammarico, prendendo atto di una richiesta avvenuta altrove; per questo abbiamo chiesto all’amministrazione di individuare altri spazi e impegnarsi a realizzare un campo di basket, nel quartiere, in un’ubicazione più idonea. Con la rimozione dei canestri il quartiere viene in qualche modo viene depauperato di un’attrezzatura sportiva importante. Per questo il Ctp si è espresso con un invito a trovare una soluzione”.
La lista civica Una città in Comune fa notare come “in un quartiere scarsamente dotato di spazi di incontro e in cui non mancano criticità sociali, quel campetto rappresenti uno degli strumenti di lotta contro l’isolamento”, e come la rimozione dei canestri, al di là della quiete, mandi “un messaggio profondamente diseducativo”. E contraddittorio, rispetto alle iniziative che incentivano e avvicinano allo sport come quelle promosse dallo stesso Comune, non ultima quella dello scorso sabato, con il centro città trasformato in una palestra aperta.
Ghezzi però non chiude il capitolo: “Cercheremo delle soluzioni, in questo momento non ci sono risorse per recintare l’area. Certo, così come sono stati tolti, i canestri possono essere rimessi e magari questo essere un modo per riaprire la discussione”.
“PISA ABBRACCIA LO SPORT”
E se continuate vi bucano il pallone!
Tiè!
Facciamo direttamente prima e fuciliamo gli under 65!
MA Sì, mettiamo e togliamo i canestri secondo chi si lamenta di più, così la discussione non solo si riapre, ma non finisce più! se il rumore è eccessivo (??) una soluzione si deve trovare (purtroppo oggi a 65 anni si va ancora a lavorare e ci si deve svegliare presto), ma non può essere eliminare il problema, i canestri e i giocatori in un sol colpo! se i nostri amministratori si spremono un pò (con idee, ma anche risorse…) ce la possono fare!!!
il paradosso…..un campo da basket fa troppo rumore e viene reso inutilizzabile, ma un covo di balordi detto “Caino”, in via del Carmine, pompa musica a palla tutti i maledetti giorni fino alle 3 del mattino (con gli schiamazzi dei suddetti balordi che si protraggono fino alle 5) e le richieste dei residenti di far cessare quest’abominio vengono sempre ignorate da polizia, carabinieri e amministrazione comunale vengono sistematicamente ignorate. che schifo
Adesso tutto crea fastidio forse siamo arrivati ad un livello di stress non più sostenibile.
La mia solidarietà va ai residedenti che abitano in Via san Casciano, io adesso non abito più in San Marco, ma in centro quindi conosco e vivio sulla mia pelle il discorso “movida” però devo ammettere avendo i genitori che abitano vicino al campo di basket che i ragazzi dalla mattina alle 9 ( quelli che bucavano a scuola) fino a sera inoltra era un rimbombare di quel pallone sul cemneto e poi un schiamazzo continuo.
Le vibrazioni era avvertibile a distanza di metri.
Perchè non lo creano in Via dei capuccini davanti al convento dove un tempo c’era un campo di calcio?