La previsione di massima è l’autunno, compatibilmente con tutte le verifiche tecniche, “per l’ingresso molto vicino di investitori interessati alla Boccadarno e al porto di Marina”. Simone Tempesti non fa trapelare altro sull’identità di questi soggetti, dice solo sono che “sono multidisciplinari, operano anche nel campo turistico immobiliare e sono interessati a un investimento completo, sia sulla parte residenziale che per quella portuale già effettuata”.
“L’obbiettivo – spiega il nuovo amministratore delegato del porto di Marina – è di far entrare nuovi soci per una governance condivisa, senza perdere una rappresentanza del territorio, sia nella governance appunto, che nella gestione dei lavori, anche nell’ottica di portare nuova linfa per le aziende locali”.
Nuovi vertici per il porto, già presentati lo scorso sabato, e preparativi in vista di una “fase due” del porto. Per Tempesti (nel box la bio), “questa del porto la sfida più importante, e credo che meriti tutta l’attenzione e l’impegno del caso”. Perché oltre alle aspettative sulla neonata struttura, sa che sull’operazione pesa il mancato pagamento dei terreni al Comune di Pisa, nodo ancora non sciolto. “Questo acquisto avverrà nei modi e nei tempi compatibili con la fase di realizzazione dell’investimento”, afferma. “Si andrà probabilmente verso un investimento frazionato e così si farà anche nell’acquisto dei terreni, man mano che si prosegue con la costruzione procederemo con la regolarizzazione dell’acquisto”.
Una costruzione a lotti quindi, che comunque dovrà fare i conti con quanto stabilito nella convenzione, ovvero che si può procedere alla costruzione della parte residenziale a condizione che la Boccadarno abbia acquisito le aree. Sulla pagina di storia che è stata scritta intorno ai terreni del porto Tempesti dice la sua: “Dobbiamo dare atto e merito all’investitore privato di aver realizzato un’opera bellissima, privata ma ad ampio uso pubblico. Il porto è integrato con la città e consente di recuperare e godere di parti prima non accessibili e inquinate”.
“Quanto all’entità dell’investimento – aggiunge – sono stati spesi 20 milioni di euro solo per la bonifica ambientale, ed oggi si può godere comunque di una vista sull’Arno e sulle Alpi apuane che prima non c’era. La pagina sicuramente è da rivedere ma tenendo anche conto del grande impegno degli investitori per realizzare un’opera pubblica. Puntiamo molto sull’educazione e il senso civico di chi lo frequenta perché possa essere rispettosa anche di chi, fortuna sua, utilizza il porto per la propria barca. Gli armatori comunque alimentano l’economia di Pisa con la loro presenza, e questo favorisce tutti”.
Ad oggi sono stati venduti 102 posti barca su 350, quali prospettive per i prossimi mesi? “L’atteggiamento è guardingo da parte dell’armatore”, non lo nasconde Tempesti, “ma nei confronti della struttura che è nuova e della retrostruttura che deve essere realizzata c’è molta curiosità, aspettativa. Tutti sono attratti dal porto e tutti vogliono sapere come sarà il retro costruito. Si approcciano in questo modo ‘siamo interessati all’acquisto e vorremmo intanto provare il posto per un po’, e dopo poi decidere’. Sono tanti gli interlocutori che ragionano così, armatori del Nord Italia e stranieri che prima andavano nell’Adriatico, e ora guardano la nostra zona”.
Poi c’è il problema del Libeccio, lamentato da molti diportisti. Nei giorni in cui tira questo vento infatti, l’ingresso al porto è ostacolato da grosse onde e muri d’acqua. “È un problema che non esiste”, replica Tempesti. “È stato fatto uno studio approfondito sulla posizione dell’imboccatura, e quella realizzata è risultata la migliore. Nessun porto è immune dal vento, e il nostro consente fruibilità per larga parte dell’anno. Sul piano tecnico, a detta di molti, il nostro è un porto ben riuscito”.
A me 102 posti barca su 350 non pare un grande risultato. Penso che per far diventare redditizio l’investimento non rimanga che la speculazione immobiliare. Magari il Comune gli potrebbe vendere il terreno a rate. Poi casomai possono secretare di nuovo tutto.
Come abbiamo avuto modo di sottolienare più volte anche a Bottai come gruppo di San Rossore ma anche come parco di San Rossore e altri soggetti il porto di Boccadarno anche per lo straordinario ambiente in cui opera come ricorda anche Tempesti deve farsi carico con le istituzioni di un ruolo culturale.
Anche per questo stiamo laorando con la regione, il parco e il ministero per istituire a Marina di Pisa un Osservatorio sul mare che ci aveva proposto il ministro Orlando quando venbne a inaugurare il porto.
Renzo Moschini- Gruppo di San Rossore
L’affermazione che il libeccio “E’ un problema che non esiste”: un capolavoro!