Dell’Italia di Prandelli,
quel che resta son brandelli,
e non c’è soddisfazione
neppure nel pallone.
Se l’economia è in crisi
e al governo son divisi,
con una palla che va in rete
le ore son più liete.
Ma se mancan le occasioni
pronte son le dimissioni
del presidente federale
e del mister nazionale.
Un tale insuccesso
merita un processo,
ma son tanti gli imputati
e a sentirli son sfigati.
“Perché c’è troppo vento
e la palla va a rilento”
o “perché è troppo caldo
e il tiro è poco baldo.”
Quel morso sulla spalla
invece di cercar la palla
o quel piede birbantello
che scende giù a martello.
“Non si badi troppo al gioco
che, in fondo, conta poco,
voglio super Balotelli
con i suoi belli capelli”.
Ma la giustificazione
sta nella contestazione
di chi la gara ha diretto
soffiando troppo nel fischietto.
Come successe in Giappone
la colpa è di quel cattivone
che ha arbitrato in modo osceno
e di cognome fa Moreno.
E se questa soluzione
non è certo da campione
non fate sforzi vani,
siam pur sempre italiani.
Frama
Pisa, 25 giugno 2014
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