Chiusa l’OPA volontaria sulle azioni di SAT Corporación America Italia assesta la sua quota di azioni al 53,039% del capitale sociale, pari a 5.229.691 azioni. Si chiude dunque il processo che ha portato alla privatizzazione della società che gestisce l’aeroporto di Pisa.
Entro il 5 luglio dovranno essere presentate le candidature per il nuovo CdA: sette i rappresentanti di Corporación America, quattro quelli degli enti locali, che verranno nominati nell’assemblea del 30 luglio, quando ad essere disegnato sarà anche il nuovo Presidente. Scontata sembra essere la presenza dell’ad Gina Giani, mentre si rincorre il nome di Stefano Bottai la cui nomina potrebbe avvenire in quota Corporación America Italia.
Le nomine potrebbero essere temporanee: se infatti si concretizzerà la fusione fra AdF e SAT si dovrà procedere alla creazione di un nuovo consiglio di amministrazione.
Il sindaco di Pisa Marco Filippeschi intanto sta lavorando per la creazione di un patto fra Comune, Provincia, Fondazione Pisa e Camera di Commercio, che insieme detengono il 34%. Non un patto di sindacato, ma una “patto di consultazione”, ha spiegato ieri in 2° commissione consiliare di controllo e garanzia, che “consenta ai quattro enti di parlare con una voce unica”.
Ora che il passaggio della maggioranza alla società di Eduardo Eurnekian è cosa fatta, da fare nei prossimi mesi restano da verificare alcune garanzie di primaria importanza, come il mantenimento e il proseguimento del Piano Strategico dell’aeroporto, che arriva fino al 2028 e che, ricorda il Sindaco “prevede investimenti per 260 milioni di euro (interamente coperti da risorse proprie) sia nel sedime aeroportuale che fuori, come il People Mover”. Non secondario il “potenziamento dell’avio-stazione, giunta di fatto al limite delle sue possibilità ricettive, per cui si devono avere tempi certi”.
Da vedere sarà poi il Piano industriale che Corporación America Italia presenterà: “Si è letto – prosegue il Sindaco – che il primo atto degli amministratori delegati di Firenze e Pisa sarà redarre un masterplan unificato: si dovrà verificare che questo non sia fatto a danno di Pisa”.
Se insomma non c’è una contrarietà pregiudiziale alla fusione, questa potrà essere vagliata se a farne le spese non sarà Pisa.
Nel frattempo vanno avanti i procedimenti giudiziari: il ricorso al TAR, quello presentato in sede civilistica contro l’ordinanza del tribunale delle imprese, e quello in cui si richiede di applicare le penali alla Regione Toscana per le vendita delle azioni che ha determinato la perdita della maggioranza del patto parasaociale (circa 34 milioni di euro), e alla camera di Commercio di Firenze.