LEGO: Everything is NOT Awesome from Martin Stirling on Vimeo.
Si sono arrampicati sulla torre di Pisa, hanno sfilato in corteo a Piazza San Pietro e organizzato un sit-in a Piazza Duomo a Milano. Oggi gli omini LEGO sono scesi in strada con Greenpeace per chiedere alla loro casa madre di interrompere la partnership commerciale con la Shell, compagnia petrolifera tra le più aggressive nell’esplorazione petrolifera del Polo Nord, una minaccia per gli abitanti e gli animali che vivono in questa area fondamentale per gli equilibri del Pianeta.
Ad Andria l’intero LEGO cast dei Simpson ha posato davanti a Castel del Monte, mentre a Verona davanti all’Arena i personaggi di Guerre Stellari hanno chiesto di risparmiare l’Artico dalla distruzione. A Roma, mini gommoni e attivisti si sono ritrovati a Castel Sant’Angelo lungo il fiume Tevere.
“Ogni azienda ha la responsabilità di scegliere eticamente i propri partner commerciali e i propri fornitori» afferma Mel Evans, della campagna Save The Arctic di Greenpeace. “Lego afferma che vorrebbe lasciare un mondo migliore ai nostri figli, ma stringe ancora accordi commerciali con Shell, una delle aziende più inquinanti del Pianeta, che ora minaccia la bellezza incontaminata dell’Artico. Una decisione sbagliata, una cattiva notizia per tutti i bambini. Per questo chiediamo a LEGO di abbracciare la causa per la difesa dell’Artico, rompendo il patto con Shell”.
La campagna con cui Greenpeace chiede a LEGO di abbandonare Shell è partita lo scorso 1 luglio. In soli dieci giorni sono state raccolte oltre 325 mila firme e altrettante email sono state recapitate ai vertici della LEGO.
Una domanda: prima di scrivere un articolo, verificate i fatti e le informazioni?
L’accordo Shell-LEGO di cui Greenpeace ha fatto bersaglio, non riguarda altro che la riproposta dello stesso “format” di campagna promozionale Shell-V Power-FERRARI-LEGO già proposta nel 2012-2013. Saranno cioè realizzati da LEGO dei set a tema Ferrari, imbustati in buste polybag con logo Ferrari-V Power, i quali saranno venduti a Shell affinché possano essere da quest’ultima regalati a chi farà rifornimento per un certo importo (nel 2012-2013 mi pare furono 40 euro) con carburanti V Power. Punto. Nessun accordo di “scambio favori”, nessun accordo di pubblicità occulta per far ripulire a Shell la propria immagine, niente di niente se non una campagna promozionale loyalty come tante sono state fatte anche da altre compagnie petrolifere. Se Greenpeace avesse avuto l’onestà intellettuale di colpire e boicottare Shell, non avrebbe dovuto fare altro che chiedere a soci, sostenitori, simpatizzanti etc di non andare a fare rifornimento alla Shell, in generale mai, ma soprattutto non durante la campagna di cui sopra.