Confermano la situazione fotografata dalla CNA i dati diffusi dalla Camera di Commercio di Pisa sul manifatturiero: fatturato e occupazione in calo, una ripresa ancora tutta da venire e una situazione ancora di grave difficoltà per le imprese artigiane.
L’indagine realizzata su 426 imprese dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Pisa traccia il consuntivo 2013 e presenta le previsioni per l’anno in corso: buona parte del fatturato proviene da un mercato locale ancora in forte difficoltà, un quadro che resta complicato e che per la Camera di Commercio solo una forte ripresa della domanda interna sarà in grado di sovvertire. Buona parte del fatturato dipende infatti al momento dalla domanda locale: il 97% nell’edilizia, l’87% nei servizi ed il 77% nel manifatturiero.
Ad aleggiare fra gli artigiani pisani è un clima di generale sfiducia e l’andamento di questi primi sei mesi del 2014 non lascia ben sperare: in percentuale sono più numerosi coloro che prevedono una contrazione del fatturato nel 2014, rispetto a coloro che si aspettano un incremento.
Fatturato
Nel 2013 il fatturato del manifatturiero ha registrato un calo dell’8,2%, una situazione leggermente migliore rispetto al 2012 quando si era registrato un -10,5%, ma resta comunque peggiore della media toscana che si assesta al -6,6%.
Pessima la situazione negli altri settori con i servizi che perdono il 10,7% e l’edilizia il 9,3%. Ad andare male anche il sistema moda, al cui interno troviamo abbigliamento e cuoio, che nel 2013 segna un -4,3%.
Unico segno positivo quello della metalmeccanica che registra un +0,1% (settore in cui l’indagine della CNA registra una perdita di oltre 9 milioni di euro rispetto al 2012).
Il crollo più consistente si è però prodotto, stando ai dati della Camera di Commercio, nelle altre manifatture (legno-mobili e altre manifatture tradizionali), che registrano un crollo del 13,3% e che addirittura peggiorano il dato del 2012 (-12,7%).
Occupazione
Difficile anche a livello occupazionale la situazione del manifatturiero, dove ad emergere è una ricerca definita “spasmodica” di flessibilità. Il 2013 registra un calo di addetti molto consistente nell’edilizia (-4,8%), seguito appunto dal manifatturiero (-1,9%) e dai servizi (-0,9%). A salire del del 33,8% l’occupazione part-time, perdono invece terreno le posizioni lavorative “più pregiate” come quelle dipendenti (-2,4%) e, tra queste, quelle a tempo pieno (-5,9%).
Investimenti e imprese
Nonostante la prolungata crisi di liquidità e le attese poco incoraggianti per il futuro, tocca l’11% (il livello più elevato degli ultimi tre anni) la percentuale di imprese manifatturiere e dei servizi pisane che hanno aumentato gli investimenti. Una percentuale che però cala nell’edilizia dove dal 7% del 2012 si passa al 6%.
Coerentemente con una situazione economica che stenta a risollevarsi, il numero di imprese registra un’ulteriore flessione: -289 unità in dodici mesi. Il risultato è frutto di andamenti molto negativi nell’edilizia, dove il saldo è di 256 imprese in meno e nel manifatturiero (-39 unità). I servizi rimangono invece sui livelli del 2012.
“Per un rilancio significativo del comparto – commenta Pierfrancesco Pacini, presidente della Camera di Commercio di Pisa – visto il persistere delle difficoltà, servono tuttavia provvedimenti di respiro nazionale e di sostegno alle famiglie per far ripartire la domanda interna: il mercato che genera la quota maggiore di fatturato per le imprese artigiane.”