Lunedì 15 settembre l’ex leader delle Brigate Rosse presenterà a Pisa il suo libro “Il mal di lavoro”. L’invito arriva dai Cobas pisani e l’incontro si terrà al circolo Battichiodi alle 17.30.
Renato Curcio, tra i fondatori del gruppo terrorista e finito in carcere nel 1974, è stato scarcerato nell’ottobre del 1998. Nel 1990, mentre era detenuto nel carcere di Rebibbia, insieme a Stefano Petrelli e Nicola Valentino ha fondato la casa editrice Sensibili alle foglie, della quale oggi è direttore editoriale. Da oltre 20 anni Curcio studia il mondo del lavoro e le istituzioni carcerarie.
“Lo scambio tra salute e lavoro – recita il comunicato dei Cobas – è il risultato di uno dei tanti compromessi storici che ha barattato la salute pubblica con un lavoro sottopagato e nocivo per la nostra salute, un baratto che è alla base della sconfitta sindacale e politica degli ultimi 40 anni”.
“Negli anni passati – proseguono i Cobas – il ricatto padronale di chiudere i siti produttivi nocivi per la salute gettando sul lastrico gli operai e le loro famiglie è stato vincente, il ricatto occupazionale ha determinato non solo la supina accettazione della nocività e della devastazione ambientale da parte dei sindacati confederali ma dalle stesse istituzioni locali che per conservare i siti produttivi non hanno pensato alla salute pubblica e al loro stesso territorio contaminato in certi casi irreparabilmente”.
“Nei luoghi di lavoro dominano dispositivi coercitivi atti a distruggere ogni forma rivendicativa e di resistenza, dispositivi che si manifestano in numerose cooperative e aziende della nostra provincia. La presentazione di questo lavoro – dicono i Cobas – è il risultato di una inchiesta avviata nei centri commerciali, nelle ditte, nelle cooperative e in qualche ufficio pubblico, una discussione sul lavoro di oggi che ha come protagonisti i lavoratori e le lavoratrici sempre piu’ sfruttate e sotto costante ricatto di perdere il posto”
Il 10 agosto scorso l’intervento di Curcio alla Festa rossa di Lari ha scatenato le polemiche. In quell’occasione Simone Giglioli, della segreteria provinciale PD, ha chiesto di non dare spazio “a quegli assassini, lo dobbiamo almeno a tutti coloro che sono stati uccisi in quella stagione e a tutti i loro familiari”.
Mi dispiace ma non mi piace affatto che da subito, sia nel titolo che nella prima riga dell’articolo, ci si preoccupi di sottolineare “ex BR”. Curcio non è invitato in quanto tale, ma perché evidentemente si ritiene che il suo libro dica qualcosa di interessante; libro del quale l’articolo non parla. Ovvio che il suo nome è indissolubilmente legato, nella memoria collettiva, a quell’esperienza, e di certo è più noto come ex BR che come saggista, ma accodarsi mi sembra davvero una caduta di stile.
Certo non al livello dei discorsi forcaiol-manettari-gggentisti di Giglioli, ma insomma.
Francesco, come dici tu il suo nome è indissolubilmente legato al terrorismo. Nessuna volontà di accodarsi a chi grida allo scandalo. Solo un dato, ometterlo sarebbe stato molto strano