Spazi sociali in ogni quartiere, dove dare vita a iniziative e attività rivolte a chi il quartiere lo vive quotidianamente. Con questa rivendicazione ieri i rappresentanti dei comitati dei quartieri popolari di Pisa, Gagno, Sant’Ermete, San Giusto e il CEP, hanno dato vita un presidio sotto il Comune. Per poi salire e scale di Palazzo Gambacorti e assistere al consiglio comunale, dove in discussione c’era proprio il tema degli spazi sociali in città.
Una rivendicazione che parte dall’esperienza del casottino di Gagno, dove da poche settimane sono stati tolti i sigilli, e da quella dell’occupazione di un piccolo spazio di proprietà del comune a Sant’Ermete, nel giugno 2013. Una rivendicazione portata avanti anche dal CEP e da San Giusto, dove da un mese si è formato un comitato di quartiere.
Quartieri, spiegano “dove le condizioni economiche e sociali tendono a creare marginalità e isolamento. In cui gli abitanti non possono sostenere le spese per attività ricreative, di aggregazione, sportive. Attività che servono alla crescita e all’integrazione, che in questi mesi, ad esempio, a Gagno sono state attivate grazie all’occupazione del casottino che ha consentito di creare un luogo di aggregazione gratuita, per bambini, giovani e anziani”.
Gli spazi, proseguono, “devono essere accessibili a tutti i cittadini che vivono il territorio, le attività che abbiamo creato e che valorizzano i nostri quartieri sono gratuite. Non possiamo, né vogliamo, pagare prezzi di mercato”.
E ieri in consiglio comunale c’erano proprio tutti, dai giovani ai più adulti, agli anziani, per chiedere spazi gratuiti nei quartieri che consentano di rompere l’isolamento e creare una comunità capace di aiutarsi e di dare risposte ai bisogni delle persone. Che siano questi ripetizioni pomeridiane, un luogo dove riunirsi, o dove gli anziani possano trovare compagnia.
Mentre dunque in consiglio comunale, attraverso il lavoro della seconda commissione comunale, si tenta di affrontare il tema degli spazi sociali, della necessità di crearne in ogni quartiere, il presidio dei comitati riporta in primo piano lo spinoso nodo delle assegnazioni degli spazi. Bandi, assegnazioni dirette, canoni da corrispondere, manutenzione degli spazi da fare, possibilità per chi alle spalle un’occupazione di ottenere o meno uno spazio. Un tema che tira in ballo il regolamento comunale sul patrimonio e che divide le forze politiche.
Intanto ieri una delazione dei comitati dei quartiere ha incontrato la conferenza dei capigruppo. Un’incontrato da cui è nato un ordine del giorno, approvato con 20 voti a favore e due astenuti, che impegna il consiglio comunale “ad avviare tramite le commissioni competenti e i soggetti, formali e informali, che lavorano nei quartieri (comitati e associazioni) a definire percorsi partecipativi per l’individuazione delle modalità di assegnazione di spazi”. Perché ormai, in numerosi quartieri, sono numerosi presenti “comitati spontanei e associazioni che svolgono lodevoli attività rivolte a tutta la tutta la cittadinanza”, “gli spazi sociali nei quartieri non sono sufficienti a rispondere alle esigenze delle persone”, e i costi e i canoni di mercato previsti dal Regolamento per la gestione del patrimonio costituiscono una difficoltà.
Uno spiraglio dunque per continuare, o iniziare, un dialogo con i diretti interessati.