Una lettera brevissima e formale, indirizzata al consiglio comunale e al presidente Ranieri Del Torto, per comunicare l’uscita dalla maggioranza e dal gruppo consiliare di SEL. Così Armando Paolicchi ha annunciato in apertura del consiglio comunale quello che era nell’aria già da mesi, ovvero quella che a suo dire è stata la rottura di un patto su cui si era basata l’alleanza con il PD, cioè il rispetto del programma di mandato. Per Paolicchi, che non ha voluto aggiungere nulla a quanto comunicato pubblicamente, sono stati troppi gli atti sottoposti al consiglio in questi mesi in eccesso rispetto al programma: da qui l’uscita della maggioranza. Sono quindi 18 i consiglieri che appoggiano la giunta Filippeschi con 4 gruppi consiliari; 12 quelli di opposizione con 5 gruppi più il nuovo gruppo misto.
“Dopo diversi giorni di attenta e sofferta riflessione comunico al presidente e al consiglio la decisione di rassegnare le mie dimissioni dalla maggioranza di centro sinistra e dal gruppo di SEL, nonché da vicepresidente della 2° commissione controllo e garanzia”, ha detto, e ha poi costituito un gruppo misto. Ora si dovrà procedere alla ridefinizione della composizione delle commissioni.
Tempestiva la risposta del suo ex partito, che prende definitivamente le distanze da Paolicchi e ne chiede addirittura le dimissioni da consigliere comunale. A scrivere in una nota congiunta sono Francesco Cecchetti, coordinatore provinciale di SEL, Paolo Fornai coordinatore del circolo cittadino e Simonetta Ghezzani, capogruppo in consiglio comunale.
“È con profondo dispiacere – affermano i tre – che assistiamo alla “uscita dalla maggioranza” del Comune di Pisa di Armando Paolicchi. La decisione personale del nostro consigliere, evidentemente già maturata nel corso di questo primo anno di legislatura, purtroppo non è stata condivisa con il partito come avrebbe dovuto essere. Alle amministrative dello scorso anno Sel ha fatto la scelta di essere parte di una coalizione di centro sinistra per il governo della città, così come era parte della coalizione Italia Bene Comune, insieme al Pd, per il governo del paese”.
“Chiaramente il consigliere Paolicchi – aggiungono – rispetto al percorso scelto e condiviso un anno fa da larghissima parte degli iscritti di Sel, con la sua decisione, vuole marcare una sua estraneità, peraltro manifestatasi in questi mesi anche con atteggiamenti e posizioni polemiche dalla linea di SEL e del suo capogruppo in comune; e se c’è estraneità rispetto al mandato dato dagli elettori non basta uscire dalla maggioranza, ma occorre dimettersi da consigliere comunale per lasciare il posto a chi, arrivato dopo di lui alle elezioni comunali, crede e lavora ancora per il progetto politico avviato”.
“Certo il quadro politico nazionale è mutato rispetto alla primavera dello scorso anno; le recenti scelte del governo Renzi sulle politiche del lavoro e nei confronti degli enti locali rischiano di compromettere l’attuazione del programma del centro sinistra per il governo di Pisa. Per altro verso noi non nascondiamo i pesanti effetti per l’iniziativa politica di Sel a Pisa creati dal difficile clima interno al partito, specificatamente nel circolo di Pisa, dovuto a polemiche spesso pretestuose sollevate da alcuni iscritti, in questi giorni incentrate sulla presentazione della lista di centro sinistra alle elezioni provinciali”, affermano riferendosi alla lettera aperta sottoscritta da otto esponenti di SEL. “Scelta – sottolineano – largamente condivisa e che si è rivelata giusta e vincente: il nostro sindaco di Calci Ghimenti ha avuto un’affermazione al di là di ogni previsione. A lui facciamo i migliori auguri di buon lavoro”.
“Noi abbiamo chiaro che la discussione con diversità di opinioni e proposte è ricchezza per la vita di un partito, ma a condizione che alla base di tutto ci sia una volontà costruttiva nell’interesse del partito stesso e delle persone per cui intende impegnarsi. Per questo – concludono – chiediamo a tutti gli iscritti di Sel un impegno rinnovato e positivo, perché le pesanti politiche liberiste e antisindacali in atto siano sconfitte nell’interesse dei cittadini oggi vittime di una crisi profonda e perché i contenuti innovativi delle politiche amministrative cittadine possano trovare ampia realizzazione”.
“Le decisioni si prendono insieme discutendo all’interno del partito. A meno che non si tratti della scelta di appoggiare Filippeschi a presidente della provincia, della quale nei circoli non si è discusso e allora qualcuno nei circoli si è incazzato che non se ne è discusso, ma non doveva incazzarsi, doveva discuterne nel circolo. Un circolo vizioso. Che poi abbiamo ragione noi, infatti Ghimenti ha preso un sacco di voti, vuol dire che ha ragione… uhm, vabè, anche Renzi ha preso un sacco di voti…. aspetta, anche Paolicchi è lì perché ha preso un bel po’ di preferenze, quindi ha ragione lui? Non so, di certo la discussione nel partito è utile purché si discuta nei circ… ah, no. E’ utile se poi però si fa come si dice noi. Quindi non è tanto utile? NIKI DACCI LA LINEA TE AIUTO CI STA SCOPPIANDO LA TESTA.”
Non capisco le motivazioni politiche che hanno portato all’uscita di Paolicchi da SEL.
Nella giornata in cui viene approvata una mozione di SEL per la trascrizione nei registri del Comune di Pisa dei matrimoni contratti all’estero, Paolicchi decide di divorziare dal suo partito? Ironia o tempismo sbagliato?
Insomma, che Paolicchi fosse entrato in consiglio comunale con i voti della corrente anti-PD era risaputo (che poi mi devono spiegare cosa significa fare la corrente anti-PD e votare la coalizione con il PD), cosi come era risaputo il suo intento prettamente polemico (non si segnala alcun intervento di rilievo o mozione utile alla collettività), ma la domanda che vorrei rivolgergli è: “se non è stato in grado di incidere in oltre un anno di consiglio comunale stando nei banchi della maggioranza, cosa pensa di ottenere in un gruppo misto di una sola persona?”.
Forse farebbe veramente bene a seguire l’invito dei suoi ormai ex-compagni di partito che lo invitano alle dimissioni dall’organismo, ma non per questioni di opportunità politica ma per evitare la frustrazione di non essere nemmeno preso in considerazione. Quando si superano i 75 anni bisognerebbe evitare stress emotivi
Come non essere d’accordo con queste parole di Mussi? “Il rispetto delle decisioni di maggioranza ha dei limiti: si obbedisce prima alla coscienza morale, poi alla Costituzione Repubblicana e poi ai vincoli di partito.”