La notizia delle immatricolazioni in crescita di oltre il 6% all’Università di Pisa è un’opportunità per il sindacato dei lavoratori della conoscenza per fare alcune considerazioni sulle condizioni di lavoro all’interno dell’Università dopo la lunga stagione di tagli che l’ha colpita. Pubblichiamo di seguito l’intervento di Pasquale Cuomo per la FLC-Cgil di Pisa.
Come FLC – CGIL ci rallegriamo di questo confortante risultato, sia per gli studenti che le loro famiglie e intendiamo aggiungere qualche considerazione in più a quelle già fornite.
Alla fine del 2011 l’Università di Pisa registrava circa 7000 nuovi iscritti a cui corrispondevano 1823 docenti e 1756 Tecnici Amministrativi, per un totale di 3579 dipendenti. Oggi, a fronte di 8200 nuovi iscritti, corrispondono 1517 Docenti e 1477 Tecnici Amministrativi, pari a 2994 dipendenti con un calo di 585 unità di personale riferite ai dati del 2001.
Così il cittadino potrebbe anche concludere che la politica dei tagli paga, almeno a giudicare dai buoni risultati conseguiti dall’Università di Pisa che ha incrementato le iscrizioni diminuendo il personale. Così non è. Docenti e tecnici amministrativi hanno continuato a fornire la loro opera per garantire comunque un servizio di qualità agli studenti, seppure in condizioni di lavoro nettamente peggiori.
Ma a questo ruolo attivo hanno contribuito anche le migliaia di lavoratori precari e esternalizzati che, in condizioni svantaggiosissime, hanno compensato con lo sfruttamento della loro forza lavoro manuale e intellettuale e con l’assenza di prospettive e di tutele, il blocco del turn over, il taglio progressivo dei finanziamenti, il blocco dei salari e dei rinnovi contrattuali, contribuendo in modo insostituibile al funzionamento dell’Ateneo.
Le stabilizzazioni dei contratti a tempo determinato e le nuove assunzioni che nel tempo si sono succedute e che sono state attivamente sostenute anche dall’FLC-CGIL non sono sufficienti a combattere realmente la piaga del precariato, che continua a essere ben presente nel nostro Ateneo che non è esente da responsabilità. In questi anni si è creato, a causa delle decisioni della politica, un vero e proprio esercito di precari e di esternalizzati privi di certezze e di tutele. Questo per affermare un dato che conferma la degradazione del lavoro nel XXII secolo.
La FLC CGIL è fortemente impegnata contro la disorganizzazione conseguente alle logiche d’impresa che producono miseria e sottosviluppo materiale e culturale. La FLC CGIL persegue una politica del lavoro capace di redistribuire risorse sotto forma di salari e di sostegno allo stato sociale, per combattere le vere disuguaglianze che non si hanno tra chi percepisce un salario e chi non lo ha, ma tra quel 10% delle famiglie italiane che detengono il 50% della ricchezza prodotta e l’altro 50% che viene diviso fra il restante 90% delle famiglie.
Le risorse pubbliche per sostenere Scuola, Università e Ricerca devono essere recuperate non dai salari ma dalle rendite e dai profitti delle classi sociali più elevate. Quindi l’Università dovrà essere sostenuta da investimenti pubblici ma anche dal lavoro la cui qualità rivendichiamo, poiché il lavoro ben remunerato (che redistribuisce la ricchezza in modo più equo) non precarizzato e non esternalizzato, costituisce l’altro pilastro sul quale erigere un sistema universitario pubblico libero dalla disorganizzazione privatistica, dalle disuguaglianze e da quell’individualismo competitivo che distrugge le risorse anziché equilibrarle in un sistema formativo all’altezza dei tempi.
Pasquale Cuomo
Federazione Lavoratori della Conoscenza – CGIL Pisa