Mercoledì 5 novembre, alle ore 16, nell’Aula magna del Polo Piagge, Lapo Pistelli sarà ospite dell’Università di Pisa per l’inaugurazione ufficiale dei corsi di laurea in Scienze per la Pace. Il vice ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale terrà la lectio magistralis “La cooperazione allo sviluppo dell’Italia dopo la riforma”.
L’incontro sarà aperto dai saluti del rettore Massimo Augello e dall’introduzione di Eleonora Sirsi, presidente del corso di laurea. Saranno presenti Marco Filippeschi, sindaco di Pisa, Alessandro Polsi, direttore del dipartimento di Civiltà e forme del sapere, Fabio Fineschi, presidente del corso di laurea magistrale in Scienze per la Pace, e Pierluigi Consorti, direttore del CISP. Seguiranno le domande degli studenti e del pubblico. “La presenza dell’Onorevole Lapo Pistelli è stata fortemente voluta per un duplice motivo”, si legge in una nota dell’Università di Pisa, “consentire ai nostri studenti di apprendere da un testimone autorevole gli elementi caratterizzanti della disciplina della cooperazione internazionale per lo sviluppo così come individuati dalla recente legge 11 agosto 2014, n.125 e far emergere le caratteristiche dei Peace Studies dell’Ateneo pisano, unici in Italia per la presenza, accanto ad un corso di laurea triennale, di un corso di laurea magistrale e di un Centro di Ateneo (il Centro interdisciplinare di scienze per la pace – CISP)”.
“Il fatto che la nuova legge collochi le università fra i soggetti del sistema della cooperazione italiana allo sviluppo – conclude la nota – rappresenta un incentivo alla costruzione e alla valorizzazione delle professionalità in questo settore, obiettivi che i corsi di laurea pisani di scienze per la pace intendono perseguire con convinzione”.
Mi sembra un’ottima accoppiata: un politico di dubbia utilità inaugura un corso di laurea di dubbia utilità (e uso un eufemismo).
Corso di laurea in cui hanno insegnato, a chiamata, gratis, persone che non hanno manco un dottorato di ricerca, e che quindi manco potrebbero concorrere per un posto da ricercatore. Poi mi raccomando lamentiamoci che i precari dell’università non trovano lavoro e che il livello dell’insegnamento universitario cala.
Ma siccome scienze per la pace è un corso “di gombagni” non si può dir nulla…
speriamo lo chiudano