Resta incerto il futuro del complesso di Santa Croce in Fossabanda, l’ex convento di proprietà del Comune di Pisa inutilizzato da anni ed al centro di una complessa trattativa. Era attesa per oggi una risposta alla proposta avanzata dagli studenti di Sinistra Per…, che chiedono alle istituzioni di trasformare la struttura in residenza universitaria per alleviare l’emergenza abitativa in città. Oggi i rappresentanti di Palazzo Gambacorti, Azienda regionale per il diritto allo studio e Università di Pisa si sono incontrati nella Cut, la conferenza Università e Territorio, ma l’esito della riunione non è il raggiungimento dell’accordo atteso dagli studenti.
“Comune di Pisa, Università di Pisa e Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario convengono nel continuare il percorso intrapreso, coinvolgendo anche la Regione Toscana – recita il comunicato di Palazzo Gambacorti – per verificare la possibilità di utilizzo dell’ex-convento di Santa Croce in Fossabanda ai fini di contribuire, in via del tutto straordinaria, ad affrontare il problema dell’emergenza abitativa studentesca in città, in vista delle soluzioni che si prospettano con gli investimenti dell’ARDSU. I tempi e le soluzioni politiche e tecniche riguarderanno il lavoro delle prossime settimane”.
Di esito positivo dell’incontro parlano invece i rappresentanti di Sinistra Per: “I tre enti hanno palesato, in modo chiaro – scrivono gli studenti – la volontà politica di giungere ad una chiusura della trattativa a favore della locazione dell’immobile di Santa Croce in Fossabanda all’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio entro e non oltre la fine del mese. Nei prossimi giorni i tre enti si impegneranno a sottoscrivere un protocollo d’intesa che darà finalmente una risposta definitiva sulla vicenda”.
“Prendiamo atto dell’apertura da parte dei tre enti – proseguono gli studenti – che hanno finalmente compreso come l’ex convento di Santa Croce in Fossabanda sia assolutamente un’opportunità da cogliere. Un eventuale passo indietro rispetto agli impegni presi oggi significherebbe retrocedere di un anno, ignorando di fatto quella che è l’emergenza che vede 1500 studenti senza alloggio e migliaia di studenti dell’area Piagge senza una mensa adeguata. Ci appelliamo agli organi decisionali degli enti coinvolti affinché si giunga ad un esito rapido e positivo”.