Dal PD comunicano che l’iniziativa è rinviata al mese di gennaio a causa della convocazione concomitante della Direzione nazionale del Partito Democratico.
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“Sinistra 2.0: serve ancora un Partito?” Se ne parlerà lunedì 1 dicembre alle 17 al Centro Maccarrone in via Battisti con Gianni Cuperlo e Fabrizio Barca. L’incontro è stato organizzato dal comitato pisano di SinistraDem Campo Aperto ed è la prima iniziativa pubblica della corrente del PD che sta mostrando insofferenza verso la gestione del partito da parte del segretario e premier Matteo Renzi.
Ma guai a chiamarla “corrente”, quelli di SinistraDem preferiscono definirsi “un laboratorio”, come spiegano Lorenzo Cini e Andrea Marchetti, esponenti del PD under 30 che in questa fase politica hanno deciso di interrogarsi “su quei temi tradizionali della sinistra che oggi ci sembrano legati in un dibattito frontale, che esclude un confronto aperto e che rischia di inibire la discussione”.
Il tutto a partire dal tema della rappresentanza e delle forme di partecipazione politica, da qui la domanda difficilissima – “Serve ancora un partito?” – alla quale cercheranno di dare una risposta i due esponenti del PD, Cuperlo e Barca, insieme ai militanti locali di SinistraDem.
“Finora il dibattito sulle forme della partecipazione politica non ha saputo uscire dalla dicotomia tra la riproposizione di modelli del passato e l’invocazione a sbarazzarsi di tutto perché non ve ne sarebbe più bisogno”, si legge nell’invito all’incontro, “uno dei motivi per cui il Partito Democratico è nato era ed è proprio quello di rispondere alla crisi della democrazia, riavvicinando la politica ai cittadini, sapendo ricostruire un sistema di rappresentanza in grado di connettere idee, territori, esperienze che andassero al di là del rapporto diretto tra capo e popolo”.
“Sono temi e interrogativi che si fanno ancora più pressanti per la sinistra – si legge ancora – che deve preoccuparsi di garantire benessere e sviluppo in un quadro di effettiva pienezza dei diritti di partecipazione per tutti i cittadini. I partiti del Novecento furono in grado di emancipare intere masse di cittadini e di farle accedere alle decisioni che li riguardavano”.
“Oggi la sfida rimane la stessa – conclude – di fronte alla progressiva oligarchizzazione delle democrazia, la sinistra deve interrogarsi sulle modalità con cui garantire accesso e maggiore democraticità delle decisioni, senza nostalgie passatiste, senza proporre modelli organizzativi ormai superati, facendo i conti con la diffusione dei saperi, le evoluzioni del sistema comunicativo e della rete, ma senza perdere di vista l’importanza di punti di riferimento territoriali e la necessità di costruire comunità connesse tra loro”.