Sono 1024 i nuclei familiari che hanno presentato domanda per la casa popolare al Comune di Pisa a settembre del 2013, ma di questi, circa 600 non si sono visti riconoscere i punti che vengono assegnati a chi è sotto sfratto per morosità incolpevole.
E così, dopo mesi di attesa per conoscere la loro posizione nella graduatoria, è scattata prima la scottante delusione, poi la rabbia e la paura di non riuscire a farcela. Hanno quindi preso tende, materassi, sedie e tavoli e si sono diretti in piazza XX Settembre, davanti al Comune, dove hanno deciso di rimanere fino a che non avranno delle risposte.
Succede in queste ore a Pisa, e raccontano loro stessi quanto accaduto: “Abbiamo scoperto che i punti relativi allo sfratto per morosità incolpevole e all’alloggio procurato dai servizi sociali non sono stati conteggiati”, spiega Alessandro al megafono, un giovane padre in grosse difficoltà che manifesta insieme agli altri. “Ci è stato risposto che l’assessore regionale alla casa, Stefania Saccardi, ha inviato una direttiva per applicare in maniera restrittiva la legge regionale”.
A essere contestato è il cambio di rotta delle ultime settimane. Se infatti gran parte di queste famiglie hanno potuto ricevere il contributo per la prevenzione degli sfratti – pari a circa 8mila euro che andavano a coprire gli affitti non pagati – la stessa condizione di difficoltà non è stata riconosciuta per la graduatoria delle case popolari, anche se questo non ha niente a che vedere con un miglioramento delle condizioni economiche della famiglia.
Le situazioni che raccontano sono drammatiche e parlano di un paese che fatica ad uscire dal pantano della crisi. Davanti a Palazzo Gambacorti ci sono famiglie che hanno presentato domanda per la prima volta nel 2004 e ancora sono in attesa di un’assegnazione. Nel frattempo i loro debiti sono aumentati e il lavoro continua a non esserci: “È vergognoso che la nostra condizione venga riconosciuta solo quando si tratta di saldare i debiti nei confronti dei proprietari di casa, spesso persone che per anni hanno speculato sugli immobili, e non invece oggi, quando chiediamo un alloggio e una possibilità di ricominciare”.
“Oggi siamo qui a protestare non contro il Comune – ha detto Simone Sisti, attivista del movimento PrendoCasa – ma contro le politiche regionali sulla casa. Chiediamo però al Comune e al Consiglio comunale di farsi portavoce delle nostre istanze presso la Regione. Noi resteremo qui fino a che non verrà rettificata la posizione degli uffici e non verranno assegnati correttamente i punti alle famiglie”.