Resta il provvedimento ma viene rimandata la scadenza di pagamento.
Dopo le voci che si sono levate contro la revisione dei comuni soggetti all’esenzione dell’IMU per i terreni agricoli decisa a due settimana dalla scadenza, il Governo fa un piccolo passo indietro. Slitta la scadenza per il pagamento, che potrebbe essere probabilmente portata al 26 gennaio e saranno rivisti i criteri per la delimitazione dei terreni agricoli interessati
Ad accogliere con soddisfazione la decisione di procedere a una revisione del decreto legge le associazioni di categoria, gli enti e le istituzioni che negli scorsi giorni avevano levato la voce contro il provvedimento. Lo spostamento all’inizio del 2015 non sembra però cambiare al momento il fatto che l’imposta sarà comunque applicata sul 2014 e che quindi a gennaio ad essere pagato sarà l’importo relativo a l’intero anno.
Agrinsieme, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane hanno fatto però un passo in più chiedendo di sospendere del tutto l’imposta con al prospettiva di una sua eliminazione prospettiva di eliminarla. Il rinvio non risolve il problema infatti e l’eliminazione definitiva però appare tutt’altro che semplice.
La revisione dei parametri di esenzione era finalizzata a far entrare nelle casse dello Stato 350 milioni di euro, già speso nelle coperture del “bonus Irpef”, che si traduce in un taglio dello stesso importo ai Comuni, che poi dovrebbero recuperare le risorse dai nuovi contribuenti Imu.
La proroga può dunque rinviare il pagamento ma non il taglio operato sui Comuni, che porterebbe altrimenti un buco nei conti dello Stato.
Coldiretti Toscana intanto esprime soddisfazione dopo l’annuncio del sottosegretario all’economia Paolo Baretta che ha annuncio che il il governo sta provvedendo a rinviare il termine di pagamento e a modificare i criteri applicativi.
Coldiretti sottolinea “l’importanza di confermare la fondamentale scelta di differenziare l’imposta a favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoltori professionali” ricordando come “la scadenza ravvicinata al 16 dicembre violava il principio della collaborazione sancito dallo Statuto del Contribuente”.
Accanto a questo l’associazione di categoria aveva anche denunciato “la disparità di trattamento legata alla scelta di far pagare l’Imu sui terreni in base all’altitudine in cui si trova il palazzo comunale, con l’effetto che i campi confinanti, appartenenti addirittura allo stesso proprietario, avrebbero avuto tassazioni differenti”.