Semplici ed esili strutture di felci dal Brasile ricalcano il profilo di alcuni elementi naturali e paesaggistici delle zone di provenienza, divenendo le delicate spine dorsali di mastodontici agglomerati rocciosi; un maestoso cedro del Libano spicca facilmente il volo grazie a una folata di vento, contravvenendo alla legge di gravità, facendo svanire così quella sensazione di secolare resistenza radicata nel terreno e avvertire la possibilità che tutto possa accadere in natura al di là della sua consistenza; la fragile eleganza e magnificenza di un’orchidea stampate e cristallizzate grazie a polimeri in grado di restituire le consistenze del vetro e della materia organica.
Artifici e bizzarrie visive prodotti dall’inedito dialogo tra arte e scienza racchiuso nelle opere presentate per la mostra “Tutto ciò che so” di Mariagrazia Pontorno, artista romana che ha sondato la storia dell’Orto Botanico universitario di Pisa riproponendone alcuni episodi salienti in una veste nuova, un po’ meno scientifica, oltre la classificazione e la catalogazione in un erbario, ma che permette di spaziare con la mente aprendosi a nuove e affascinanti suggestioni.
Attivare l’immaginazione e fantasticare con la natura stessa, con la sua bellezza e con la sua sorprendente forza a volte inaspettata, avvicinandoci contemporaneamente alla sua conoscenza ed esperienza, diventandone consapevoli. L’artista, nell’esprimere il suo quanto mai originale punto di vista sulle piante, come in questo caso, attraverso l’uso di tecnologie digitali come l’animazione o la stampante 3D applicate alla produzione artistica, ha anche il merito di metterci in contatto con la storia di uno tra i più antichi orti botanici universitari in modo nuovo, per certi aspetti curioso e coinvolgente, facendoci riscoprire il valore e l’importanza di questi istituti, ormai non più molto frequentati, per la sensibilizzazione e la conoscenza storica di una comunità urbana.
È in questa fantastica cornice espositiva visibile fino al 28 febbraio 2015, che la gallerista Silvana Vassallo, in collaborazione con l’Associazione Multiversum e il Comune di Pisa, ha deciso di inaugurare anche la nuova stagione di incontri in galleria. Con la volontà di approfondire il discorso sul rapporto tra arte, scienza e natura, e i suoi originali frutti, infatti coglie al volo l’occasione di organizzare il primo appuntamento della serie invitando, sabato 20 dicembre alle ore 18, l’artista bolognese Dacia Manto, che affronta tematiche analoghe a quelle di Pontorno, a presentare il suo libro “LUCIFERASE”, edito dall’Associazione Calligraphie, che inaugura una nuova collana editoriale dedicata all’arte contemporanea, dal titolo IN-PLANO – carte sensibili.
Una raccolta di disegni in un volume in edizione limitata a 33 copie numerate e firmate dall’artista, di cui 11 contenenti due stampe realizzate a mano. L’artista bolognese infatti da anni e con l’uso di diversi media espressivi persegue uno studio personale sullo spazio e il paesaggio
naturale attraversando diverse discipline quali la botanica, la biologia, la geografia e le scienze naturali mettendo in evidenza la sfuggevolezza dell’ambiente ogni volta se ne tenti una restituzione reale.
Mariagrazia Pontorno
La sua ricerca artistica è focalizzata sull’uso dell’animazione 3D, così da ri-creare immagini che rimandano alla vita quotidiana e allo scorrere del tempo. Il 3D è un linguaggio che le permette di evocare paradossi visivi: ciò che sembra familiare, sicuro e conosciuto improvvisamente appare distante, estraneo e perturbante. Grazie all’uso di sofisticati software di video-animazione, l’artista ricostruisce in modo realistico scene il cui confine tra realtà e finzione appare labile e immateriale, doppi artificiali il cui scarto con il corrispettivo analogico dà vita a cortocircuiti dello sguardo.
Dacia Manto
La sua poetica si nutre, oltre che di un rapporto intenso ed esperienziale con la natura, di letture che spaziano tra testi scientifici, letterari e filosofici, dal Manifesto del Terzo paesaggio, di Gilles Clément, a Walden di Henry David Thoreau, ai libri illustrati di botanica e zoologia della pittrice e naturalista settecentesca Maria Sibylla Merian. Ha esposto in importanti realtà pubbliche museali tra cui il Pav, Parco d’Arte Vivente a Torino, il Mar, Museo d’Arte della città di Ravenna, il Mart di Rovereto, il Mac di Lissone, la Fondazione Remotti, la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, la Galleria Civica di Trento, il M.A.G.A. di Gallarate, il Museo della Città di Rimini, il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, il PAC di Milano, La Strozzina – Centro di Cultura Contemporanea di Firenze, il Musée d’Art Moderne di Saint-Etienne, la Biennale di Poznan, oltre a numerose personali e collettive in spazi pubblici e privati e alla realizzazione di un progetto di Arte Pubblica per Tusciaelecta, nei paesi del Chianti, nel 2013. Attualmente è in corso una sua mostra presso il Museo di Storia Naturale di Ferrara.