La gara, attesa per il febbraio del 2014 dovrebbe uscire fra un paio di mesi. All’origine dei ritardi il protocollo sottoscritto da SdS e ufficio gare del Comune. Auletta: “Vogliamo garanzie sui finanziamenti”
Un anno fa l’annuncio che entro la fine di febbraio 2014 sarebbe uscita la gara per i lavori di ristrutturazione del Centro di prima accoglienza di via Garibaldi, chiuso nel settembre del 2013. Oggi, 12 mesi dopo, i lavori non sono ancora partiti. Questo perché nessuna gara è ancora stata bandita.
A determinare il notevole ritardo nella tabella di marcia, “un intoppo – ci dice l’assessore alla politiche sociali e presidente della Società della Salute Sandra Capuzzi – di natura burocratica e tecnica”.
La SdS pisana, non potendo bandire gare, si appoggia all’Estav per queste operazione. L’Estav, come affermò già 12 mesi fa l’assessore Capuzzi “ha tempi molto lunghi”. A metà del 2014 la Società della Salute ha stipulato un protocollo con l’ufficio gare del Comune che, da questo momento, si occuperà anche delle loro. Da qui sarebbe derivato l’ulteriore ritardo: “Una volta stipulato il protocollo – spiega Sandra Capuzzi – l’Estav (che ancora non era pronto con il bando), ha passato la pratica al Comune”.
Un percorso a ostacoli, quello per ristrutturare il centro di via Garibaldi, che dovrebbe avviarsi verso la conclusione: “Il capitolato è pronto e il bando dovrebbe essere pubblicato fra un paio di mesi” spiega l’assessore.
A sollevare la questione sui tempi e finanziamenti necessari alla riapertura del centro Una città in comune – Prc, che ieri mattina (28 gennaio, ndr) ha depositato una nuova interpellanza. Accanto alle domande sulla gara, il gruppo consigliare chiede di fare chiarezza sulle risorse necessarie a portare a termine l’operazione, che prevede una spesa di circa 600 mila euro in co-finanziamento.
“Per ciò che abbiamo verificato – dice Ciccio Auletta – non sono state fatte neppure le determine per gli impegni di spesa. L’unica certezza sono le delibere della Società della Salute pubblicate sul sito e un allegato in cui si indica quale percorso sarà intrapreso per recuperare le risorse necessarie. Si prevede di recuperare co-finanziamenti del Comune di Pisa che l’ente ha garantito per progetti inseriti negli interventi programmati nel 2005-2006. Tra queste fonti di finanziamento, ad esempio, c’è anche il progetto ministeriale Unrra di circa 70 mila euro, un finanziamento perso perché non speso nei tempi previsti e per le finalità dichiarate dal progetto”.
L’assessore Capuzzi risponde: “È indiscutibile la capacità di finanziamento di questa operazione della Società della Salute. Le spese sono state iscritte a bilancio”. E per quanto riguarda i 70 mila euro provenienti da progetto Unrra dice: “Anche nel 2014 Pisa è risultata vincitrice di questo progetto. Le risorse dunque ci sono”.
Da sciogliere resta il nodo dei 100 mila euro che è previsto siano erogati dal soggetto gestore. “Nulla si sa dei tempi e delle modalità con cui verrà assegnata questa gestione”, commenta Auletta.
Il progetto per quello che sarà il nuovo centro di accoglienza resta quello già annunciato: i posti passeranno da 22 a 10, e negli spazi che si libereranno dovrebbero trovare posto sportelli di accoglienza. Una decina di posti in meno che, secondo l’assessore Capuzzi ridisegnano la funzionalità di una struttura pensata quando non erano disponibili sul territorio “né il dormitorio di Putignano né il centro di via Conte Fazio”.
Ma, chiede Auletta “in una fase in cui l’emergenza sociale, dovuta anche alla crisi, cresce sempre più, perché si diminuiscono i posti di una struttura che, dati alla mano, ha sempre avuto un’altissima frequentazione? Chi ha preso questa decisione e perché non vi è stato nessun confronto nelle sedi idonee se queste erano le intenzioni? Come mai si è deciso di chiudere la struttura prima di avere tutte le garanzie finanziarie per poter far partire i lavori e per di più senza una progettualità definita?”.
Quel che è certo, a un anno e mezzo di distanza, è che la struttura di via Garibaldi giace nell’abbandono. E per farsene un’idea basta affacciarsi sulla finestra, aperta, che da sulla strada.