Seducente e insolito il Bach che ci ha regalato il violoncello di Mario Brunello, lo scorso mercoledì 28 gennaio al Teatro Verdi di Pisa per la 48° stagione dei Concerti della Normale
Brunello è intanto uno dei grandi violoncellisti e interpreti del panorama musicale internazionale.
Da quando ha vinto circa 30 anni fa il Concorso Tchaikovsky di Mosca (primo italiano) che lo ha
proiettato sulla scena internazionale, tanta acqua è passata sotto i ponti, incisioni, interpretazioni
importanti insieme ad artisti di grande fama.
Invitato dalle più prestigiose orchestre. Poi svariati progetti discografici e culturali. Originale personalità artistica, curioso, pieno di energia e idee si è continuamente evoluto in maniera poliedrica e multiforme. Fino ad abbracciare linguaggi ed espressioni della contemporaneità verso la creazione di spettacoli interattivi e la sperimentazione. Con la finalità di avvicinare sempre più il pubblico alla musica.
Nella sua ricerca continua Brunello ama suonare in mezzo alle montagne, al deserto, sondare i più diversi linguaggi musicali ed espressivi. A questo si collega il Bach Networks. Il recente progetto che ha presentato con Uri Caine, eclettico pianista statunitense che lo ha accompagnato in queste performances.
Al Verdi Brunello ha affrontato un repertorio classico e impegnativo per il violoncello: Bach Suite n. 3 per violoncello solo e tre sonate per viola da gamba e clavicembalo.
Ciò che ha colpito è intanto il suono. Il timbro caratteristico di Brunello che conoscevamo, morbido, elegante, intimo, da violoncello barocco e a tratti da viola da gamba. Un suono unito a un’interpretazione che ci ricorda la grande lezione di Bylsma e dei grandi interpreti filologici.
Poi abbiamo assistito a un Bach non tanto studiato e suonato innumerevoli volte, ma qualcosa in più: metabolizzato, amato, meditato.
E siamo stati trasportati in un viaggio musicale intimo, caldo in cui Bach veniva assaporato, “centellinato”, frase per frase, con ogni modulazione, risoluzione, abbellimento. Lontano da certe fredde costruzioni geometriche troppo didascaliche, il violoncllo di Brunello ha compiuto una trasmutazione, consegnandoci un’interpretazione di grande fascino.
Interessanti l’invenzione per violoncello e pianoforte di Uri Caine eseguita dallo stesso autore al pianoforte. Composizione nella quale ritmi percussivi si alternano (sopratutto nel secondo tempo) a struggenti linee melodiche di derivazione jazzistica. Un lavoro recente, originale, che si colloca con coerenza all’interno dell’architettura barocca che i due interpreti hanno saputo regalarci.
Nel video che segue Brunello durante una lezione spiega i rapporti tra musica e silenzio e presenta alcuni brani musicali illustrando la sua visione musicale.