Nel giorno dell’assemblea dei soci di Sat, dove si deciderà la fusione tra Sat e Adf, l’assessore di Sinistra Ecologia e Libertà annuncia le sue dimissioni: “Il quadro politico nazionale e regionale rischia di mandare in frantumi il centro sinistra. Faccio un passo indietro”
La lettera di dimissioni è praticamente pronta, in mattinata Dario Danti la invierà al sindaco Marco Filippeschi. A venti mesi esatti dalla sua nomina di assessore alla cultura, Dario Danti decide di interrompere qui la sua esperienza nella giunta di centro sinista alla guida di Pisa. I motivi? La privatizzazione del sistema aeroportuale pisano e toscano, l’impossibilità di cambiare rotta su questa vicenda, l’irrigidimento di un metodo politico, quello renziano, che nei mesi ha escluso e messo all’angolo Sinistra Ecologia e Libertà, il partito di Danti.
Sugli aeroporti e sulla vicenda di un quadro politico regionale e nazionale che rischia di mandare in frantumi il centro sinistra ho fatto una scelta di coerenza
“Sono consapevole – dice ancora – che si tratta di una scelta politica che non può non avere ripercussioni sul sistema locale. Ma sugli aeroporti e sulla vicenda di un quadro politico regionale e nazionale che rischia di mandare in frantumi il centro sinistra ho fatto una scelta di coerenza. Filippeschi ha tutta la mia stima, e non esito a rivendicare un percorso politico locale fatto insieme. Riconosco al Sindaco un ruolo importantissimo in tutte le fasi di questa vicenda, quella degli aeroporti, che abbiamo subito fino in fondo. Ha fatto un percorso coerente, ma è evidente che rispetto alle priorità del paese – l’assetto idrogeologico, il trasporto pubblico locale, il potenziamento della rete ferroviaria – non ci sono realismi che tengano. C’è stata un’altra scelta, quella dei 150 milioni per un’opera insostenibile”.
Danti attacca non solo il merito ma anche il metodo con cui sono state portate avanti queste scelte: “La modalità renziana per cui non si fanno riunioni, non si discute, non c’è rispetto degli atti di programmazione, ma arriva la lettera del ministro e cambia le carte in tavola, ecco la trovo una mondalità bonapartista e cesarista di gestire la cosa pubblica. È evidente che l’ordine del giorno votato l’11 dicembre e la discussione di giovedì in consiglio comunale stavano dentro un percorso di richiesta di garanzie da un lato, ma si inserivano anche in una coerenza di processo politico che poteva anche verificare cose diverse, cosa che non è accaduta”.
Il partito si riunirà nei prossimi giorni per decidere se uscire o meno dalla maggioranza
Nessun passo indietro sembra possibile: “Parlo un linguaggio solo, non ho mai minacciato dimissioni per poi ritirarle. Se ho preso questa decisione è perché l’ho ponderata, meditata, e mi costa anche sul piano personale. Ma ripeto, la vicenda degli aeroporti è una cartina di tornasole delle modalità che il governo adotta a livello nazionale e locale, un governo che “fa” le privatizzazioni e modalità che la dicono lunga su un’idea di futuro delle relazioni politiche.
Le sue dimissioni arrivano proprio nel giorno in cui una decina di militanti di SEL hanno scritto una lettera aperta in cui chiedono al partito di valutare attentamente la permanenza o meno in maggioranza. Danti risponde: “A questo giro sono stati più moderati di me”.
Grande Danti !
Vai Mareeottee c’è un posto libbero. Una buona parolina dal buon deejay e vai mo!