La coalizione definisce ormai finita la maggioranza che ha sostenuto Filippeschi nel 2013 e chiede le elezioni anticipate: “È ora di respirare anche qui l’aria che arriva dalle lotte in Grecia e in Spagna”
Una città in Comune – Prc ormai dà per certa la fine della maggioranza e chiede le dimissioni del sindaco.
In un comunicato la coalizione afferma che “la maggioranza di centro-sinistra, che ha vinto le elezioni amministrative nel 2013, superando il 50% dei voti con il contributo determinante di Sinistra Ecologia e Libertà e ottenendo di conseguenza il premio di maggioranza, non esiste più“.
Un primo dato di fatto, scrivono gli esponenti, “una verità che il Sindaco e il PD non possono nascondere: anche se in Consiglio comunale resta ancora una maggioranza numerica (che però si assottiglia), essa deriva da un premio di maggioranza ottenuto grazie a una coalizione oggi dissolta, ed è pertanto priva di legittimazione dal punto di vista politico”.
“Per onestà e coerenza – si legge ancora – coloro che sostengono le logiche del maggioritario, che non ci appartengono perché siamo proporzionalisti convinti e oppositori delle riforme autoritarie portate avanti dal Pd con l’Italicum e la revisione della Costituzione, dovrebbero oggi percorrere un’unica strada: dimissioni del Sindaco ed elezioni anticipate“.
Esprimono quindi un giudizio negativo sull’amministrazione Filippeschi, parlano di discontinuità e cambiamenti, a partire da quelle che descrivono come le pagine più buie di questi mesi: “Dalla questione dei Cantieri navali alla vicenda delle “ex-Stallette”, dalla gestione dei beni comuni fino alle cosiddette torri di Bulgarella”.
Rispolverano quindi lo slogan con cui la coalzione nel 2013 si attestò al 7,72% (4,78% Una città in comune, 2,94% Rifondazione Comunista) portando due consiglieri in opposizione: “Abbiamo un problema in comune”, e dicono oggi: “Dopo 20 mesi di governo di questa Giunta, il problema rimane. Crediamo però che a partire dal nostro lavoro quotidiano, dalle nostre idee e proposte, sia possibile costruire collettivamente un nuovo modo di amministrare la città, capace di rispondere concretamente ai bisogni di quanti abitano, lavorano e studiano a Pisa, e che sono sempre più colpiti dalle politiche di austerità portate avanti dal PD a livello locale e nazionale”.
“È ora, quindi, di respirare anche nella nostra città l’aria che arriva dalle lotte in Grecia e in Spagna e che noi abbiamo provato a far vivere a Pisa già con l’esperimento amministrativo del 2013: una sinistra alternativa, radicale e concreta che può con coraggio amministrare la città con pratiche innovative e contro la crisi”.