In un verbale del consiglio di istituto si parla esplicitamente di “consistenti criticità” nei conti. Licenziato il responsabile dell’ufficio entrate, il direttore Giorgio Iervasi consegna gli atti in Procura
Mancano oltre 3 milioni di euro all’appello per l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa, soldi iscritti nel bilancio fra le entrate certe ma, pare, mai arrivati nelle casse dell’istituto. Un quadro critico quello che emerge all’ombra di uno degli istituti più importanti dell’Area della ricerca di Pisa, con un personale composto da circa 500 persone fra ricercatori, tecnologi, assegnisti, dottorandi e personale amministrativo.
La vicenda, sulla quale l’istituto ha depositato gli atti in Procura, va indietro negli anni, dal 2011 almeno, ma solo in queste ultime settimane si chiariscono alcuni contorni. Negli scorsi giorni tutto il personale è stato chiamato in assemblea per ricevere una comunicazione, mentre lo scorso 22 dicembre è stato il Consiglio di Istituto a prendere atto di una situazione illustrata dall’attuale direttore Giorgio Iervasi che ha parlato di “consistenti criticità” nei conti.
Sul bilancio sarebbero state registrate delle entrate relative a progetti forse inesistenti, o comunque inappropriati
Cos’è successo? Stando a quanto illustrato da Iervasi al consiglio di istituto, già dal passaggio di consegne con il precedente direttore, rimasto in carica fino a maggio dello scorso anno, erano emerse alcune anomalie. Con le prime verifiche a ottobre la cifra nota è di 1,9 milioni, cui si aggiunge poco dopo un altro milione e mezzo. Lo scenario è confuso: sarebbero state registrate entrate relativi a progetti “inesistenti”, “inappropriati o inesigibili”, come si legge nel verbale del consiglio, che avrebbero creato una situazione contabile falsata e sopratutto, non sottoposta a controlli.
A creare una situazione anomala sarebbe stata anche un’organizzazione degli uffici “non conforme con quanto previsto dal Regolamento del CNR”, con un segretario amministrativo cui competevano le funzioni legate alle spese, e un “ufficio entrate”, di diretta emanazione del direttore, cui spettavano la gestione delle risorse in entrata, la loro acquisizione, l’accertamento e la stipula delle convenzioni. Tutte funzioni in mano a una sola persona che dal 10 gennaio non è più dipendente del CNR, com’è stato comunicato a tutti i lavoratori, e che lavorava alle dirette dipendenze del precedente direttore.
Tutte gli accertamenti sulle entrate fino a qualche mese fa erano gestiti da una sola persona, ora licenziata
E tra crediti non esigibili e “una serie cospicua di irregolarità obiettivamente molto gravi”, a molti è risultato quanto meno strano che nessuno se ne accorgesse, che non ci fossero controlli incrociati o verifiche puntuali. Su questo Iervasi mantiene il massimo riserbo e a paginaQ si limita a dire: “Ho avvisato tempestivamente gli organi competenti, ovvero la procura, che sta svolgendo le indagini, non appena ho avuto le prove che ci potevano essere irregolarità contabili”.
Non è dato sapere quindi quali siano i progetti per i quali non si trovano i relativi titoli di credito, né come si sia potuta creare una situazione contabile di questo tipo. Un altro membro del consiglio ha fatto notare come delle cose successe “una direzione non può non accorgersi”; con un bilancio totale di 7-8 milioni di euro, “di fronte a sbilanciamenti pari a quasi il 50% del bilancio non penso si possa parlare di scompensi fisiologici o sviste bensì di cattiva amministrazione”.
Accuse gravi cui si somma la preoccupazione per i ricercatori coinvolti “che su questi progetti inesistenti continuano a lavorare”. Su questo Iervasi assicura di aver illustrato tutta la situazione al CNR nazionale: “È al corrente e si farà carico di tutte le problematiche connesse alle attività ordinarie e straordinarie dell’istituto”. Come a dire, tapperà i buchi del caso.
Mentre la Procura indaga il clima all’IFC è tesissimo. Il direttore ha chiesto insistentemente la massima riservatezza ribadendo che occorre “difendere l’immagine dell’istituto”. Al nostro giornale Iervasi ha tenuto più volte a dire che la richiesta di indagini è partita proprio dall’IFC, che vuole tornare il prima possibile alla normalità. Ma il terremoto contabile e la ricerca di eventuali responsabilità sono solo all’inizio.