Mentre la Procura cerca di far luce sull’ex funzionario non si esclude un allargamento delle indagini. L’ex direttore Eugenio Picano smentisce di aver creato le condizioni perché tutto ciò potesse accadere
Prima che si faccia chiarezza sul terremoto contabile e giudiziario che si è abbattuto sull’istituto di Fisiologia Clinica del Cnr ci vorrà del tempo, ma intanto le indagini della Procura di Pisa sul buco delle casse dell’istituto per ora accertato sui 3,4 milioni di euro, si concentrano sulla figura di Marco Borbotti, ex responsabile delle entrate.
Sarebbe stato lui a falsificare atti e convenzioni, inventandosi sponsor e contratti mai esistiti, facendo comparire nel bilancio somme ingenti che venivano poi destinate, pare, ai progetti di ricerca. L’avvocato difensore di Borbotti, Giulio Venturi, da noi interpellato parla di “un soggetto non capace, con troppe problematiche di salute mentale evidenti non da ora, ma da diversi anni”.
Borbotti è stato ricoverato un mese e mezzo al dipartimento di salute mentale. Il suo avvocato lo definisce un soggetto non capace
E se Borbotti per ora è l’unico iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di truffa ai danni dello Stato, sono in molti, sia fuori che dentro l’istituto, a far notare come fosse impossibile che un uomo solo potesse disporre di tale libertà e leggerezza nei conti. E come, di fatto, fossero state create le condizioni organizzative perché lui potesse agire senza controlli. Condizioni che rimandano alla precedente direzione, quella di Eugenio Picano, che aveva voluto Borbotti a capo dell’ufficio entrate in condizioni di quasi totale autonomia.
Un elemento, quest’ultimo, sottolineato più volte anche nel verbale del consiglio di istituto e del quale abbiamo chiesto conto direttamente a Picano. “Assolutamente falsa questa ricostruzione”, risponde l’ex direttore. “L’ufficio entrate, istituito nel novembre 2009 dietro raccomandazione unanime del consiglio di istituto, è sempre rimasto sotto l’ombrello di vigilanza e controllo della segreteria amministrativa come previsto dall’ordinamento Cnr e da specifici provvedimenti da me emessi (come documentato nelle sedi proprie) e sorprendentemente ignorati nella ricostruzione dei fatti disseminata anche a mezzo stampa. Esisteva anche un ufficio uscite, ufficio personale, eccetera, tutti istituiti d’intesa con la segreteria amministrativa”.
Eugenio Picano smentisce di aver creato le condizioni perché l’ufficio entrate agisse in autonomia. Ma il CNR ha avviato un procedimento per omesso controllo
Picano scarica le responsabilità sulla segreteria amministrativa, funzione ricoperta da una persona tuttora a capo dell’ufficio: “La verifica dell’esistenza dei titoli giuridici dei progetti acquisiti e la sorveglianza della correttezza degli aspetti contabili e amministrativi era interamente nella responsabilità della segreteria amministrativa come dimostrato da specifici miei provvedimenti sorprendentemente e inspiegabilmente omessi nella ricostruzione dei fatti che oggi si cerca di accreditare”.
Mentre si cerca di capire come sia stato possibile che un non laureato vincesse un concorso pubblico per un posto di tecnologo – qualifica necessaria per la presentazione di progetti di ricerca – Picano ammette che non era a conoscenza di questo aspetto: “Lo avessi saputo, sarebbe stato mio preciso dovere segnalarlo alla procura della Repubblica. Ha vinto un pubblico concorso nazionale che aveva come titolo di accesso la laurea in economia e commercio, prodotta agli uffici centrali romani del Cnr che, come sempre accade, hanno svolto l’istruttoria formale del concorso in oggetto”.
E in questa complicata vicenda salta agli occhi il paradosso per cui Picano negli anni passati ha condotto delle battaglie contro i concorsi truccati e ora è al centro di una bufera che vede tra i protagonisti una persona senza laurea assunta tramite concorso. Intervistato da Riccardo Iacona nel luglio del 2007 dentro i locali del CNR di Pisa, Picano parlava del sistema dei contratti truccati: “Per un uomo di mondo non sono una notizia, ma un’ovvietà”, diceva. E per spiegarne le dinamiche usava una metafora calcistica: “Per vincere la coppa del mondo servono giocatori buoni. Noi è come se giocassimo con molti giocatori buoni e poi la moglie di Totti centravanti e il figlio di Zoff in porta. Il sistema è impastato da un prezzo che viene pagato costantemente a gerontocrazia, nepotismo e affarismo clientelare. Un sistema con molte risorse e senza controlli”.
Cinzia Colosimo e Gabriele Orsini
Quello che mi domando come la sede amministrativa del cnr di Roma non si assuma, nel vero, le sue responsabilità. Se esiste un ufficio bilancio o altri uffici competenti in materia perchè prima di approvare una qualsiasi entrata non controllano se l’entrata sarà esigibile o meno? La sede amministrativa del cnr di Roma non ha responsabilità alcuna?. Chi sbaglia paga. Picano è stato il direttore dell’Ifc il cnr di Roma è la sede amministrativa che verifica tutto il bilancio dell’ente. Se Picano direttore dell’Ifc (come lui altri direttori) avesse avuto da gestire privatamente o fosse suo il bilancio finanziario/economico dell’Istituto capirei che dovrebbe prendersi tutte le responsabilità del caso di conseguenza non avrebbe senso avere una sede amministrativa romana, ognuno farebbe per proprio conto. Visto che la sede amministrativa cnr di Roma esiste ed il bilancio pubblico è dell”ente e non del singolo istiuto, è impensabile che Picano si possa prendere piena responsabilità dell’operato. Ed è pure impensabile che il buco venga sanato con i soldi pubblici di tutti noi.