Pisa registra il risutato peggiore fra le province della Toscana. Cresce il numero di occupati nel primo trimestre del 2015, ma le uscite dal mondo del lavoro fanno registrare un saldo negativo
Stenta a decollare la domanda di lavoro a Pisa, che registra il risultato peggiore fra le provincie toscane. Se sono infatti 1.220 i contratti che le imprese prevedono di attivare nei primi tre mesi del 2015, le uscite fra gennaio e marzo toccheranno quota 1.460, con un saldo negativo di -240.
Questi i dati del monitoraggio trimestrale effettuato da Excelsior, indagine realizzata sulle imprese con dipendenti da Unioncamere Nazionale in collaborazione con il Ministero del Lavoro e diffusi oggi dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Pisa.
Fra i 1.220 nuovi contratti di lavoro che le imprese pisane prevedono di stipulare in questo primo trimestre, 800 le assunzioni dirette, 430 con contratti “atipici“: 190 in somministrazione, 90 collaborazioni a progetto, 150 collaborazioni occasionali o incarichi a professionisti con partita IVA. Numeri che se segnano un aumento del 30% rispetto ai 940 ingressi del trimestre precedente, assumono però un valore negativo ala luce delle uscite previste.
Tra le 800 assunzioni di lavoratori dipendenti, che rappresentano il 65% della domanda di lavoro espressa dalle imprese pisane, si conferma la netta prevalenza dei contratti a termine (550 assunzioni, vale a dire il 69% del totale). Le assunzioni “stabili” (a tempo indeterminato o con contratto di apprendistato) saranno invece 240.
Rispetto allo scorso trimestre, aumentano decisamente le difficoltà attese nel reperire i profili di cui le imprese necessitano: la quota di assunzioni difficili da reperire passa infatti dall’8% al 17%.
Dal terziario la maggiore domanda di lavoro
Considerando le sole assunzioni di lavoratori dipendenti, la maggior parte saranno effettuate da imprese che operano nei servizi (570 su 800). In questo comparto, la gran parte delle assunzioni saranno effettuate nel commercio, con 170 unità (pari al 21% del totale provinciale), nel turismo e ristorazione (150 ingressi) e negli altri servizi (entrambi con 150 assunzioni). Nell’industria, i settori che prevedono maggiori assunzioni sono la metalmeccanica ed elettronica (80 ingressi) e la moda (60 entrate).
Professioni qualificate e professioni tipiche del turismo
Nei primi tre mesi del 2015 le imprese pisane hanno programmato di assumere circa 170 dipendenti high-skilled (dirigenti, specialisti e tecnici). Il gruppo professionale più numeroso, con 280 assunzioni, è però quello delle figure qualificate nelle attività commerciali e dei servizi seguito dal gruppo degli operai (200 unità). Meno numerose, le assunzioni di figure generiche e non qualificate (90 unità) e quelle di profili impiegatizi (60).
Tra le diverse professioni al primo posto (120 assunzioni, quasi tutte a termine), troviamo le professioni tipiche del turismo e della ristorazione, vale a dire cuochi, camerieri, baristi e professioni simili. Per queste figure le imprese pisane segnalano però problemi di reperimento decisamente superiori rispetto alla media: il 37% delle assunzioni contro 17%.
Seconda piazza (110 assunzioni) per i commessi e altro personale qualificato nelle attività commerciali. Le imprese prevedono difficoltà di reperimento superiori alla media anche per gli operai metalmeccanici ed elettromeccanici (70 ingressi) e per gli specialisti e tecnici amministrativi, finanziari e bancari (60 entrate): nel primo caso le difficoltà interesseranno il 22% delle figure richieste, nel secondo il 25%. Le imprese della provincia dichiarano di essere orientate verso candidati in possesso di esperienza specifica quando assumono operai specializzati nel settore moda (50 assunzioni in totale).
Giovani e donne
Nel primo trimestre 2015, almeno un terzo delle assunzioni delle aziende pisane saranno rivolte agli under 30: 7 punti in più rispetto al trimestre precedente. Se consideriamo le assunzioni per cui le imprese non considerano l’età un requisito importante le opportunità per i giovani potrebbero raggiungere il 63%. Per quanto riguarda il genere, suddividendo gli “indifferenti”, le possibilità per le donne pisane potrebbero toccare il 45%.
“L’ottimismo generato dalla crescita della domanda di lavoro – ha commentato il presidente della Camera di Commercio di Pisa, Pierfrancesco Pacini – è controbilanciato da un saldo entrate-uscite che continua, purtroppo, ad essere negativo. Un segnale di come l’uscita dalla crisi non sia ancora a portata di mano.”