In occasione del capodanno kurdo che ricorre il 21 marzo l’Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia ha organizzato la partenza di un osservatorio con funzione di garanzia. Fra loro, il medico pisano Francesco Stea Pagliai
Primo giorno di primavera il 21 marzo è anche il giorno del Newroz, il capodanno del calendario curdo. Una festività che il Kurdistan si appresta a celebrare dopo l’assedio della città siriana di Kobane che per mesi ha difeso la propria esperienza di autogoverno democratico contro gli assalti dello Stato Islamico.
In passato, più volte i festeggiamenti del Newroz sono stati vietati dalle autorità turche e gli organizzatori sono stati arrestati e perseguiti. Per questo da anni vengono organizzate carovane di osservatori con funzione di tutela e garanzia per i kurdi. Un’occasione per gli osservatori internazionali di rendersi anche conto di quanto stiano realmente avanzando gli sforzi per risolvere la questione kurda e per far riprendere il processo di pace che i kurdi hanno iniziato deponendo le armi.
L’Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia, organizzazione “ombrello” dei kurdi nel nostro paese, ha organizzato la partenza di circa 150 persone per la settimana del Newroz. Fra loro, il medico pisano Francesco Stea Pagliai, dottorando presso l’IFC-CNR, che farà base nella città turca di Urfa, l’antica Edessa. Da qui il suo gruppo si sposterà per l’area al confine con la Siria per visitare città e villaggi particolarmente in difficoltà per la presenza dei numerosi profughi dal Rojava, il Kurdistan occidentale siriano, e dal Sinjar, la catena montuosa dell’Iraq nord-occidentale razziata dai guerriglieri dello Stato Islamico.
Gli osservatori incontreranno le organizzazioni della società civile e le autorità del cantone di Kobane, che nella Siria in guerra ha costruito una peculiare esperienza di autogoverno democratico basato su multiculturalismo, effettiva uguaglianza di genere, laicità e libertà di culto, rispetto dei diritti umani.
Terra abitata da un popolo di quaranta milioni di persone il Kurdistan è diviso fra quattro stati – Turchia, Iran, Iraq e Siria – che ne hanno sempre negato l’identità. Il Newroz è tradizionalmente è un giorno di festa popolare, ma anche un giorno in cui si ricordano le pluridecennali forme di resistenza alla repressione e alle persecuzioni messe in atto contro i kurdi.
Per quanto le condizioni lo consentono, Francesco cercherà di tenere un “diario di viaggio” su paginaQ.
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