Ieri in piazza XX settembre precari della scuola, studenti e universitari insieme contro il disegno di legge di riforma della scuola
Un presidio lanciato dall’Assemblea Precari della Scuola 18 febbraio, che riunisce precari di tutta la Toscana di ogni graduatoria, insieme agli studenti medi di Officina-Unione degli Studenti Pisa e gli studenti universitari di Sinistra Per, per respingere la “buona scuola” di Renzi e rilanciare la scuola pubblica.
Un centinaio di persone, “provenienti da tutta la regione, sono scese in piazza a Pisa per farsi sentire e dire chiaramente che la Toscana boccia senza appello la ‘Buona Scuola’ di Renzi. Con loro anche alcuni dei sindacati della scuola (FLC-CGIL, COBAS, GILDA, ANIEF), che hanno aderito al presidio, appoggiando le ragioni della protesta e ai quali è stato chiesto, durante la partecipata assemblea pubblica che si è tenuta durante il presidio, di impegnarsi concretamente per portare avanti lotte efficaci, e di arrivare in tempi brevi all’indizione di uno sciopero unitario della scuola capace di bloccare la ‘Buona Scuola’ di Renzi”.
Contemporaneamente si teneva un presidio a Firenze sotto l’Ufficio Scolastico Regionale, con le stesse parole d’ordine. I precari contestano “i contenuti del Disegno di Legge della ‘Buona Scuola’ che il governo Renzi vuole imporre in tempi record al Parlamento col ricatto dell’assunzione di parte dei precari”. Contenuti ritenuti “peggiori rispetto al progetto originario: il Preside-Padrone controllerà gli insegnanti attraverso la scelta arbitraria di chi è assunto nella propria scuola e dei ‘meritevoli’ cui dare aumenti di stipendio”.
“Invece di eliminare il precariato – aggiungono – vengono eliminati i precari che hanno mandato avanti la scuola in tutti questi anni: in 200.000 da settembre non potranno più lavorare; in particolare chi coi 36 mesi di servizio avrebbe diritto ad essere assunto. I neoassunti, scesi a 100.000, saranno lavoratori di serie B asserviti al dirigente, sottoposti a mobilità coatta e destinati a svolgere supplenze su materie diverse dalla propria”.
Contrarietà totale anche ai “massicci finanziamenti alle scuole private, mentre si tagliano altri 2.000 ATA (personale amministrativo, tecnico ed ausiliario) e non si investe nella scuola pubblica. Nessuna chiarezza poi sulle modalità di abilitazione all’insegnamento: il Governo dimostra ancora indifferenza completa verso studenti universitari e aspiranti insegnanti, consegnando loro un domani che non esiste”.
La richiesta dei precari è di “un’istruzione pubblica di qualità: massicci finanziamenti per la scuola pubblica (e non per quella privata), per laboratori, didattica, ammodernamento e messa in sicurezza dell’edilizia scolastica; l’allargamento dell’organico (insegnanti e ATA) per garantire riduzione degli alunni per classe, sostegno alla disabilità e tempo pieno”.
E ancora, chiedono “un piano di assunzioni per chi ha 36 mesi di servizio adesso e li maturerà in seguito (qualunque sia la graduatoria e compresi gli ATA); lo slittamento del concorso fino a che non sarà assunto chi ha diritto; l’assunzione da graduatoria per gli abilitati e la possibilità di continuare a fare supplenze per i precari”.
Al presidio ha aderito anche SEL Pisa, che tramite la responsabile scuola Ilaria Ferrari ha scritto una lettera aperta a studenti e colleghi in cui critica l’assenza di “idea pedagogica” della riforma, “sottesa da un’ideologia neodarwinista e aziendalista di competizione, deleteria in un’età fondativa e fragile come quella della crescita”.