Per la seconda volta in una settimana la direzione provinciale non raggiunge i numeri necessari per ratificare le otto candidature in consiglio regionale. Il candidato Andrea Pieroni richiama al senso di responsabilità
È mancato anche ieri sera il numero necessario al Pd pisano – i due terzi dei 150 aventi diritto – per ratificare le otto candidature. Non è bastato il richiamo all’ordine del segretario provinciale Francesco Nocchi, che ieri invocava il ripristino della “correttezza dei rapporti”. La decisione passerà ora in mano alla direzione regionale del partito che si riunirà il 18 aprile, dopo che per la seconda volta in una settimana il PD provinciale non è riuscito a prendere una posizione unitaria.
Nuovamente assente Antonio Mazzeo, che dice: “Impegni presi in precedenza con sostenitori e militanti del Partito Democratico, che non ho potuto spostare dati i tempi assai stretti con cui è arrivata la nuova convocazione, mi impediscono di essere presente alla direzione provinciale del PD di questa sera. Auspico, in ogni caso, che in quella sede tutti si assumeranno pienamente la responsabilità sulle scelte politiche e le decisioni che verranno prese e che ci siano quindi tutte le condizioni per poter dare vita a una campagna elettolare che veda il Partito Democratico lavorare in maniera unitaria e senza ambiguità”.
Su quanto è accaduto ieri prende posizione anche l’ex presidente della provincia e candidato alle regionali Andrea Pieroni, che scrive: “Potevamo, come altre direzioni provinciali, ratificare da soli le 8 candidature, peraltro in numero e genere coerente con la richiesta del partito, invece una parte del Pd provinciale ha preferito lasciare in mano ad altri scelte che avrebbe potuto fare, assumendosi una responsabilità pesante. Come possiamo far contare Pisa in Regione se Firenze decide per noi?”.
“Un’occasione sprecata”, dice Pieroni. “Fare politica significa mettersi al servizio, con serietà e senso di responsabilità. Significa pensare alle comunità, ai territori, alle persone. Credo che per fare il bene del territorio bisogna rimanere uniti. Concentrarsi sull’obiettivo comune di governare bene questo territorio e di rappresentarlo in Regione è l’unica strada percorribile, ma è difficile se si è distratti da discussioni, incomprensioni e individualismi, che fanno da sponda a chi professa antipolitica e astensionismo”.
“Il Pd è il mio partito – dice ancora – quello in cui credo, che ho scelto e con il quale sono stato più volte eletto. Ma quel simbolo e quel nome non possono prescindere dal concetto di democrazia: democrazia è quella esercitata dagli iscritti che hanno sottoscritto tutte le candidature e democrazia è quella in mano a chi ha il diritto di esprimere la sua preferenza, scegliendo tra tutti gli otto candidati che hanno presentato la propria disponibilità a candidarsi. Ciascuno lo ha fatto nel rispetto dei tempi e dei modi stabiliti dal Pd e dalle sue regole, che come iscritti al partito condividiamo e portiamo avanti”.
“Nel rispetto di questi tempi e di questi modi – aggiunge – ho atteso, fiducioso, che la direzione avesse la sua seconda e ultima possibilità per decidere di fare da sola, per scegliere di rispettare la volontà degli oltre 2mila iscritti che hanno firmato a sostegno delle candidature”.
Secondo Pieroni, quindi, “coerentemente con il lavoro di chi finora ha sostenuto i singoli candidati, avremmo dovuto assumerci la responsabilità di ratificare le scelte fatte, per continuare serenamente la campagna elettorale e dimostrare agli elettori che siamo capaci di sintetizzare tutte le sensibilità interne al partito e di governare con competenza, per il benessere del territorio e dei suoi abitanti, che è fine ultimo. Inoltre, questa non è la stagione dei congressi: certe scelte sono state fatte e si faranno ancora, ma non ora: se è vero che ogni cosa ha un tempo, questo non è quello giusto”.