Venerdì 17 lo storico dell’Università di Pisa interviene a margine della mostra I segni della guerra, dedicata al passaggio del primo conflitto mondiale in città
Nel corso del Risorgimento, l’idea di nazione è strutturata da potenti figure simboliche: la nazione come comunità genealogica, come comunità sessuata e come comunità sacrificale. Tre figurazioni simboliche che continuano a modellare il sentimento nazionale nell’Italia post-unitaria e danno un senso profondo anche alla tragica esperienza della Grande guerra. Questo il filo conduttore dell’incontro che il professor Alberto Mario Banti tiene venerdì 17 alle 17 a Palazzo Blu, nell’ambito della mostra dedicata alla I guerra mondiale.
Banti è professore ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Pisa. Si è occupato di storia sociale dell’Italia contemporanea, di storia del Risorgimento italiano e di storia del nazionalismo europeo ottocentesco. Tra le sue pubblicazioni principali La nazione del Risorgimento. Parentela, santità e onore alle origini dell’Italia unita (Einaudi, 2000) Il Risorgimento italiano (Laterza, 2004), L’onore della nazione. Identità sessuali e violenza nel nazionalismo europeo dal XVIII secolo alla Grande Guerra (Einaudi, 2005) e Sublime madre nostra. La nazione italiana dal Risorgimento al fascismo, (Laterza, 2011).