A disporle la Procura di Pisa a carico di alcuni ultras delle due squadre, iscritti nel registro degli indagati a vario titolo dopo i disordini del 27 febbraio
17 le persone coinvolte nelle perquisizioni effettuate questa mattina all’alba, si tratta di 13 pisani e 4 ascolani, coinvolti nelle indagini sulle violenze che portarono al ferimento di sei persone fra steward e poliziotti in due circostanze distinte. I primi scontri all’arrivo del corteo di auto e pullman dei tifosi ascolani, scortati dalla polizia, quando un gruppo di ultras pisani ha cercato di venire a contatto con gli avversari: bombe carta e oggetti contundenti furono lanciati da entrambe le tifoserie contro le forze dell’ordine, provocando il ferimento di un dirigente della Digos.
Due steward e tre poliziotti furono invece feriti quando i tifosi ascolani all’ingresso dello stadio hanno forzato un porta di sicurezza posta al lato dei tornelli: entrati in massa hanno travolto e colpito con calci e pugni il personale in servizio.
Al termine della partita poi, un gruppo di ultras pisani appostato in una traversa di via Contessa Matilde, tentò tendere un agguato al corteo dei tifosi ascolani che lasciavano lo stadio.
A ognuno degli ultras identificati è stato notificato il Daspo, il divieto di assistere alle manifestazioni sportive: 3 anni per gli incensurati e 6 anni con obbligo di firma per i recidivi (8 tra i fermati pisani sono in questa condizione, uno di essi, specifica il comunicato della Questura, “appartenente al gruppo pisano antagonista di estrema sinistra”). Le accuse di cui devono rispondere sono violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale, travisamento e lancio pericoloso di oggetti e artifizi pirotecnici.