Prevenzione, collaborazione fra cittadini e polizia, dialogo per risolvere i problemi di convivenza. Elenca così i suoi obbiettivi il nuovo questore di Pisa
Funzionario della polizia da 32 anni, con un percorso “caratterizzato dallo stare in strada”, come lo descrive lui stesso, Alberto Francini, il nuovo questore della provincia di Pisa, si è presentato nel giorno del suo insediamento anticipando alcuni caratteri del suo lavoro e dei suoi obbiettivi per la città.
“Ho passato oltre 20 anni a dirigere l’ordine pubblico negli stadi di Napoli, gestito emergenze rifiuti”, dice Francini, che a fianco dell’attività operativa ha insegnato materie giuridiche all’Università Federico II di Napoli e alle scuole di polizia.
Pisa, città ancora tutta da scoprire, è la sua seconda esperienza come Questore, dopo Lecco, città da cui proviene. “Sul metodo – dice – occorre uscire dagli schemi antiquati della sicurezza come sola repressione. Al controllo del territorio va accostata la prevenzione. Occorre un cambiamento culturale anche nella cittadinanza”, ha aggiunto. “Non bisogna esitare nel denunciare illeciti o irregolarità a cui si assiste”.
Proprio su questo aspetto pone una linea fra “la collaborazione con le forze dell’ordine e la cosiddetta ‘vigilanza autonoma’”, dice riferendosi ai gruppi autorganizzati, anche virtuali come quelli organizzati su Whatsapp: “Comportano più rischi che vantaggi”.
Interviene anche sulla dotazione del personale assegnato alla provincia: “La strategia è quella di potenziare i reparti di prevenzione del crimine, con 6-7 pattuglie che durante un turno, due volte alla settimana, intervengono su indicazione di un tavolo tecnico stabilito presso la Questura”.
E sulla movida: “Questa è una città universitaria. Credo che il fenomeno non possa essere soppresso né negato. Si tratta di gestire una situazione, anche con la collaborazione della cittadinanza. In questo senso auspico una sinergia con gli stessi studenti. Con l’obiettivo di sapersi parlare e ascoltare a vicenda”.
Tocca infine il tema della sicurezza dei presidi giudiziari: “Bene l’arrivo dei 20 militari, ma che restino nell’ambito della vigilanza statica”, e dell’accoglienza dei profughi: “Da parte della polizia c’è grande rispetto verso queste persone, anche nelle pratiche che ci competono”.