Mobilitazioni si terranno in tutta Italia, organizzate da decine di associazioni, organizzazioni sociali e sindacali, Ong. A Pisa l’appuntamento è per oggi a partire dalle 17.00 davanti alla Prefettura
“Fermare la strage. Subito!” è la giornata di mobilitazione nazionale che si tiene oggi e a cui aderisce anche Pisa, dopo che in una settimana oltre mille persone sono morte in mare nel tentativo di raggiungere le coste europee.
Mobilitazioni si terranno in tutta Italia, organizzate da decine di associazioni, organizzazioni sociali e sindacali, Ong.
A Pisa ad aderire CGIL, Rete degli Studenti medi Pisa, Libera Pisa, Comitato Provinciale per l’UNICEF di Pisa, il gruppo di Pisa di Amnesty International, Sinistra per e Progetto Rebeldia: l’appuntamento è a partire dalle 17.00 davanti alla Prefettura in piazza Mazzini.
Queste stragi, scrive l’ARCI di Pisa in una nota “hanno responsabilità precise: le scelte politiche e le leggi dei governi dell’UE (compreso quello italiano) che consegnano le persone in cerca di protezione nelle mani dei mercanti di morte.
Aumentando controlli e mezzi per pattugliare le frontiere non si fermeranno le stragi, come dimostrano queste ultime tragedie con più di 1500 morti avvenute a distanza di poche ore l’una dall’altra.
Chi scappa per salvare la propria vita e quella dei suoi cari non si ferma davanti al rischio di morire in mare. Non c’è più tempo da perdere”.
La richiesta è di aprire subito vie d’accesso legali, canali umanitari, “unico modo per evitare i viaggi della morte”.
“Il governo italiano – prosegue l’ARCI – in attesa dell’intervento europeo, assuma le sue responsabilità e riattivi subito un programma di ricerca e salvataggio. Chieda contemporaneamente all’UE di farsi carico di un programma di ricerca e salvataggio europeo. Si sospenda il regolamento Dublino e si consenta alle persone tratte in salvo di scegliere il Paese dove andare sostenendo economicamente con un fondo europeo ad hoc l’accoglienza in quei Paesi sulla base della distribuzione dei profughi.
Questi morti non consentono più rinvii, basta con le parole che non si traducono in azioni concrete e immediate.
Erano persone in carne e ossa. E invece sembrano fantasmi”.