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SerieQ Bloodline

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Quando uno sfacciato padre dotato di telecamera chiese alla figlioletta quattrenne se le piacessero di più i maschi o le femmine, la sua stupidità fu annichilita e benedetta da una risposta che rese poi il suo video virale: “Non mi piacciono i maschi”, rispose la piccola “mi piace Netflix e mi piacciono gli uccellini”. La bambina sa.


Netflix è una piattaforma on demand che permette di fruire in modo semplice e immediato di video, ed è sicuramente uno dei pochi elementi di questo mondo che rendono sopportabile la nostra cupa esistenza, insieme ai già citati uccellini. Ma Netflix non è amabile solo come spacciatore di serie tv in streaming: è apprezzabile anche perché, rivoluzionando la fruizione, ha rivoluzionato anche l’impostazione delle serie tv, e producendo show direttamente, ha messo la riforma in atto.

Una serie tv prodotta da Netflix può essere consumata (potenzialmente) senza mai staccare gli occhi dal video. Una possibilità che non solo rende euforici i drogati di serie tv, ma che ha anche permesso agli autori di sviluppare show dotati di un ritmo innovativo e di un intreccio del tutto particolare, più compatto, unitario. Come Bloodline.

Bloodline racconta la storia di una famiglia di americani bianchi e benestanti, avvinti da un tormento segreto e comune. I genitori erano molto prolifici, quindi hanno dei figli che rappresentano tutte le classiche maschere: il responsabile, la perfettina, il giocherellone e la pecora nera. Proprio l’arrivo di Danny, il figliol prodigo, mette in subbuglio equilibri e ruoli consolidati da anni, creando non pochi e non innocui malumori.

L’idea della saga famigliare, seppur non originale, è quasi sempre garanzia di addiction: affezionandosi ai personaggi e alle storie sorge quasi automaticamente il bisogno di conoscerne destini e sviluppi. E il bisogno è ancora più appagato se la scoperta avviene a ritmo serrato e non con episodi messi in onda a una settimana di distanza l’uno dall’altro.

Ma Bloodline è la serie che sfrutta al massimo le potenzialità di Netflix anche perché ha un ritmo rallentato, dilatato, cauto. Ogni episodio è invaso da piccoli sviluppi: dettagli che apparirebbero quasi una perdita di tempo prezioso e che verrebbero presto obliati da chi vede una puntata alla settimana.

bloodline-dannyBloodline è una costruzione fatta a passo d’uomo, sciolta dal bisogno della sintesi del gesto che caratterizza i film e che spesso contagia le serie tv. Gli sviluppi sono lineari, credibili, poco romanzati. Per questo, tirare avanti nelle prime puntate di Bloodline potrebbe non essere l’esperienza seriale più interessante mai fatta. Ma, poste delle solide basi e ammassato un certo numero di elementi all’apparenza di scarsa importanza, le dinamiche apparentemente consolidate implodono e lo show si avvia in modo inesorabile verso un finale di stagione che è un epilogo terribile, intenso.

Il mistero su cui si fonda Bloodline si sviluppa su molti livelli: qual è il trauma che unisce la famiglia Rayburn? Quali ripercussioni e inconfessabili ferite ha lasciato nei rapporti famigliari? Ogni ambiguità viene svelata nel corso delle puntate: mentre la storia dei Rayburn si evolve, frammenti di passato emergono per spiegare eventi presenti. La storia della famiglia è raccontata nell’unico modo possibile: mettendone a nudo le radici.

Bloodline è un ibrido: un po’ family drama, un po’ thriller. Nel pilot sono concentrati tutti i cliché dei due generi e non manca neppure la canonica adolescente assassinata in un modo terribile e il voice over evocativo e solenne. Ma, ben presto, Bloodline si scrolla di dosso quest’ammasso di prevedibilità e diventa un qualcosa di difficilmente etichettabile, intrigante.

La serie spicca anche per i nomi dei suoi creatori (Glenn Kessler, Todd A. Kessler e Daniel Zelman, già autori di Damages) e degli interpreti principali (oltre a Sam Shepard e Sissy Spacek) Kyle Chandler (l’Eric Taylor di Friday Night Lights) e Ben Mendelsohn, che riesce a rendere un’interpretazione del figliol prodigo Danny mostruosamente originale e magnetica.

Bloodline è stata prontamente rinnovata per una seconda stagione: sicuramente il season finale della prima segna una chiusura che la rende fruibile di per sé, ma la voglia di scoprire come si svilupperà il destino della famiglia Rayburn porta quasi a consigliare di cominciarla quando sarà disponibile anche la seconda stagione, per fare una gigantesca full immersion. In ogni caso, Bloodline è un must-watch.

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Pubblicato il: 30 aprile 2015

Argomenti: Quaderni, SerieQ

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